9.11.2015

Sulle droghe Governo e Parlamento faccian tesoro della relazione annuale sulle dipendenze

È finalmente stata presentata alle Camere la "Relazione 2015 al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia", si tratta di un lavoro immane (quasi 700 pagine!) che offre al legislatore un contesto presentato laicamente con abbondanza, forse eccessiva, di particolari in netta discontinuità col passato quando i numeri venivano utilizzati per provare la presunta efficacia della legge e delle politiche. 

Positivo anche il fatto che si tratti un gruppo di lavoro che include soggetti extra-istituzionali, meno utile forse l'avere delle stime ancora ferme al 2009. Il dato che balza maggiormente agli occhi è che il 10% degli italiani ha rapporti con le sostanze proibite, che il giro d'affari stimato supera i 23 miliardi di euro e che il costo della repressione penale del fenomeno va oltre il miliardo di euro e che, a fronte di tutto ciò, non si registri alcuna diminuzione del consumo e dello spaccio.

Come sappiamo la relazione non verrà discussa dalle Camere e, mancando un sottosegretario deputato alla questione, non vi è stata, ne pare vi sarà, una presentazione da parte del Governo di questo prezioso lavoro. Affinché questo sforzo non resti materiale per scaffali o portali e il legislatore possa farne tesoro, occorre finalmente prendere in considerazione la possibilità di modificare il meccanismo di presentazione del documento e istituire un meccanismo formale e istituzionale che preveda una discussione politica almeno nelle commissioni salute e giustizia di Camera e Senato. 

Il titolo della relazione potrebbe inoltre suggerire al Governo un cambio di denominazione del dipartimento stesso, d'altronde anche il Coordinatore del Dipartimento, Patrizia De Rose, ha tenuto a sottolineare che il documento "si sofferma sul fenomeno delle 'dipendenze' nell'accezione più generale del termine, piuttosto che sulla sola 'dipendenza da droga', e cioè dipendenze anche da alcol, fumo e gioco d'azzardo patologico". 

Infine, siccome dalle 700 pagine della relazione risulta sempre più evidente che le politiche "anti-droga" abbiano miseramente e patentemente fallito e che resti invece necessario rafforzare la parte relativa al governo degli effetti problematici del loro uso potrebbe esser utile e opportuno modificare denominazione e scopo del Dipartimento. L'occasione della sesta conferenza nazionale sulle droghe sarebbe il luogo appropriato per affrontare il problema. 

A proposito, non guasterebbe che il Governo annunciasse anche le date per questo importante appuntamento atteso da oltre tre anni.

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