PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, anch'io 
sono rimasto colpito dal fatto che il senatore Procacci abbia poc'anzi 
anticipato la fine dei nostri lavori. Siamo qua, ormai un mese  e mezzo,
 a discutere della modifica della Costituzione già sapendo che non andrà
 da nessuna parte. Allora, bisognerebbe fare una sorta di mozione 
d'ordine. A parte il fatto che bisognerebbe sapere chi ha detto al 
senatore Procacci come va a finire questa faccenda: sarebbe importante 
acquisirlo agli atti perché in effetti, ad oggi, 315 - quanti siamo - 
senatori possono decidere, assumendosi le proprie responsabilità di 
andare anche contro il fato (non voglio chiamare in causa altri tipi di 
Olimpo perché sono sufficientemente ben rappresentati e altrettanto 
forti all'interno di queste Aule). Mi sfugge però la razionalità di 
questo emendamento.
Se dovessi partire dalla conclusione 
dell'intervento del senatore Divina, mi muovo nella direzione auspicata 
del Senato federale se posso votare il mio vicino di casa perché lo è 
stato per un tot numero di anni, ma che non conosco, né potrò scegliere 
all'interno di una lista fissa, se rimane questo sistema elettorale; se 
invece un domani dovesse cambiare il sistema elettorale, 
indipendentemente dalle qualità umane, scientifiche, etiche, morali, 
religiose e politiche dell'individuo, esclusivamente per il fatto che è 
mio vicino di casa va meglio di quello che mi viene suggerito provenire 
dall'altra parte del Paese.
Non starò a fare la lunga lista di esempi, 
compresi quelli del partito del senatore Divina, di persone paracadutate
 in collegi sicuri, perché non sarebbe utile. Faccio un altro tipo di 
esempio: Hillary Clinton, tanto per parlare di un Senato realmente 
federale e di una persona talmente nota da non essere mai stata 
residente, se non una settimana prima delle elezioni, nello Stato di New
 York, che poi è andata a rappresentare al Senato federale degli Stati 
Uniti d'America. E lo ha fatto talmente bene da essere poi ritenuta 
all'altezza di ricoprire la carica di Segretario di Stato, 
rappresentando nel mondo la più grossa potenza mondiale, non essendo 
stata residente di Chappaqua - così si chiama il paese dove ha comprato 
casa insieme a Bill Clinton - per neanche una settimana. E siccome, 
"ciapa qua, ciapa là", stiamo andando avanti un po', come ha detto poco 
fa la senatrice Poli Bortone, con una serie di dichiarazioni che 
sarebbero state meglio in un consesso politico di tipo diverso, e non 
legislativo, io questo non lo "ciapo qua», e voterò contro, invitando a 
fare altrettanto tutti coloro i quali credono sicuramente nel Senato 
federale, ma non in quello che è stato votato poco fa, e ancor di più 
credono nella possibilità di far tornare ai cittadini italiani il 
diritto garantito dalla Costituzione di scegliere direttamente i loro 
rappresentanti alla Camera e al Senato. Questo, facendo economia di 
alcuni ragionamenti un po' strani, come quelli del senatore Giovanardi, 
che insiste dicendo che se si ripete la stessa cosa tante volta poi 
quella diventa verità. Ecco, la sua è una nota autobiografica, la 
capisco perfettamente, ma qui noi stiamo cercando di affrontare la Carta
 fondamentale della nostra Repubblica italiana.
Dichiaro il voto contrario e chiedo, anche se 
siamo alla fine della seduta, la votazione nominale con scrutinio 
simultaneo, mediante procedimento elettronico, per chiudere in bellezza 
la serata. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).
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