PERDUCA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signora Presidente,
desidero informare i senatori che, dal 18 luglio, per quattro giorni, i
Radicali, ancora una volta, tornano a riproporre la questione
dell'amministrazione della giustizia con uno sciopero della fame al
quale hanno già aderito migliaia di detenuti in tutti gli istituti di
pena d'Italia e al quale stanno aderendo non soltanto parlamentari, ma
anche personalità attive nel mondo del diritto. Tra questi, vorrei
ricordare, perché recentemente si è fatto artefice di una lettera aperta
al Presidente della Repubblica, il professor Andrea Pugiotto, che ha
raccolto l'adesione di oltre 100 colleghi costituzionalisti per chiedere
al Presidente della Repubblica in persona di utilizzare lo strumento
costituzionalmente a lui conferito del messaggio alle Camere e di
incentrarlo in particolare sulla questione dell'amministrazione della
giustizia.
Questi quattro giorni sono arricchiti da una
dimensione ulteriore della tradizionale nonviolenza radicale: un
silenzio. Un silenzio, perché tra poco sarà un anno che grazie alla
generosa ospitalità del Presidente del Senato abbiamo tenuto una due
giorni tutta dedicata alla giustizia in Italia, un silenzio che
proponiamo come riflessione interiore, perché i dati del mondo
carcerario, del pianeta penitenziario, della mala amministrazione della
giustizia, delle sentenze della Corte europea dei diritti umani sono
noti a tutti. Chiediamo sicuramente, ancora una volta, una risposta
delle istituzioni, ma questa volta la chiediamo in silenzio, chiedendo
l'adesione al silenzio proprio perché possa essere stimolo di
riflessione interiore.
Sappiamo che ci sono parenti di detenuti che si
riuniranno fuori dagli istituti di pena in silenzio per ricordare ciò
che rende vittime di violazioni dei diritti umani i propri amici e
parenti all'interno. Vedremo come nei prossimi giorni, durante i lavori
parlamentari, con la senatrice Bonino e la senatrice Poretti riusciremo a
praticare questa nuova forma di nonviolenza tramite il silenzio, mentre
si dovrebbe poter parlare liberamente non soltanto prima di concedere
un voto, ma anche in occasione di ricorrenze che pongono l'Italia al di
fuori del diritto internazionale e che vedono soltanto mere
dichiarazioni di principi mai seguite da fatti.
Tutti i senatori troveranno in casella il testo
dell'appello, e chi lo volesse sottoscrivere lo può lasciare nella mia
casella o può rispondere alla e-mail.
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