4.19.2012

In Bahrein i giornalisti al Grand Prix si interessino anche di diritti umani.

Faccio mio l'appello di Nabeel Rajab, presidente del centro per i diritti umani, e auspico che i giornalisti italiani che seguiranno il prossimo gran premio del Bahrein, sempre molto interessati a parole ai diritti umani, colgano l'occasione della loro presenza a Manama per scrivere anche delle drammatiche condizioni in cui vengono represse le manifestazioni pacifiche dell'opposizione della maggioranza sciita. 

Da qualche anno sono iscritti al Partito Radicale alcuni esponenti del partito d'opposizione al Wefaq, i cui eletti si dimisero dal parlamento un anno fa in occasione della brutale reazione della polizia contro in manifestanti che pacificamente manifestavano per chiedere riforme costituzionali che non penalizzassero gli sciiti e che aprissero il paese verso la libertà e la democrazia. Visto che il Bahrein non viene mai preso in considerazione quando si parla di primavere araba, occorre che in occasione del prossimo gran premio di formula uno, grazie alla massiccia presenza di media in quel paese del Golfo, si ripari a questa "distrazione". 

Capisco che il lavoro dei giornalisti sportivi sia un altro, ma alle volte un occhio non specializzato riesce a raccontar meglio i drammi. Rajab, da vero nonviolento, ha annunicato: «Organizzeremo eventi ogni giorno. L’importante è che voi (giornalisti) usciate dai palazzi della Formula 1 e andiate a visitare i villaggi. Sono pronto a organizzare un pullman. Vi renderete conto di come è stata la repressione». Il Partito Radicale è disposizione per condividere in conatti necessari

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