E' RIVOLUZIONE CIVILE CHE MIRA A TRANSIZIONE DEMOCRATICA (ANSA) - ROMA, 27 MAG - Una rivoluzione prima virtuale, poi reale, infine raccontata dai media. Partita dal basso, dai giovani, senza leader politici, senza estremisti religiosi.
Cosi' il portavoce della Commissione araba dei diritti umani, Haytham Manna, siriano nato a Daraa, ha raccontato in una conferenza nella sede dei Radicali a Roma gli inizi e l'evoluzione della mobilitazione contro il governo di Damasco.
'Sul web, la resistenza e' iniziata gia' agli inizi di febbraio. Il 18 marzo, gli abitanti di Daraa sono scesi in piazza. Quel giorno c'era un posto di blocco ogni 100 metri, cosi' i giovani siriani hanno raggiunto la piazza principale sui tetti', e' il racconto di Manna che ricorda come solo dopo alcuni giorni, nel Sud della Siria, 'siano arrivate telecamere che, nella forma, sembrano cellulari in modo da non farsi scoprire'. La reazione del regime 'e' diventata di una violenza cieca quando la resistenza e' passata dal Sud ad altre regioni', ha spiegato ancora l'attivista secondo cui, pero', il principio alla base della mobilitazione, 'resta la non violenza', benche' 'siano stati commessi crimini contro l'umanita' contro dei manifestanti pacifici'.
Il muro della paura secondo Manna e' stato abbattuto.
'Eravamo preparati ad una simile reazione. Ma la nostra rivoluzione e' rimasta pacifica, civile, senza un leader carismatico e con la transizione democratica come obiettivo. E il regime ora ha perso la bussola', ha spiegato l'attivista indicando 'nella struttura regionale' siriana non omogenea uno degli ostacoli alle proteste. 'Per questo una citta' come Aleppo non ha partecipato in modo attivo', ha osservato Manna.
(ANSA). |
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