3.05.2011

ritardare no fly zone puo' portare eccidi di balcanica memoria

Il Governo rompa gli indugi e dopo le meritorie missioni umanitarie si unisca a coloro che propongono la no fly zone. Le notizie di queste ore di un'aggressiva resistenza di Gheddafi, in spregio agli inviti e imposizioni della comunita' internazionali, devono far fare un salto di qualita' nella risposta al conflitto libico da parte del Consiglio di sicurezza.

Dare ancora una volta la sensazione di non volersi assumere tutte, ripeto tutte, le responsabilita' per bloccare un dittatore che uccide i suoi cittadini coll'artiglieria pesante e che potrebbe arrivare a provocare disastri ambientali di proporzioni continentali perche' la sua "robba" non cada nelle mani dei suoi nemici, equivale a un sostanziale via libera per le rappresaglie del Colonnello libico.

La no fly zone implica l'uso attivo della forza, se questa verra' utilizzata con una decisione delle Nazioni unite, oltre che salvare migliaia di vite, fissera' anche il precedente pel quale Ia sistematicita' e la larga scala di crimini commessi dovunque nel mondo contro chiunque sono finalmente da ritenersi, nella pratica oltre che nella teoria, un'offesa legale contro tutta l'umanita'.

L'Italia che fino a ieri ha chiuso gli occhi sulle condotte criminali di Gheddafi, ma che ha anche ospitato la conferenza fondativa della Corte penale internazionale porta questa ulteriore responsabilita' "simbolica". Il Governo rompa gli indugi adegui i nostri codici alle norme dello Statuto di Roma e dopo le meritorie missioni umanitarie si unisca a coloro che propongono la no fly zone.

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