3.03.2011

In dissenso sui prezzi dei libri

PERDUCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.
PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

PERDUCA (PD). Signora Presidente, mi dispiace in qualche modo incrinare questa comunione di intenti, ma lo faccio perché credo vada consegnata alla storia della Repubblica italiana la resistenza di un minimo di approccio liberale e liberista nei confronti della sacra e santa unione tra editori, librai e le maggiori organizzazioni di rappresentazione degli utenti e dei consumatori, che non necessariamente sono passate alla storia per fare gli interessi degli stessi.

Il voto della senatrice Poretti e mio sarà quindi di astensione, proprio per marcare il non consenso all'adozione di questo provvedimento, che comunque torna alla Camera, e spero che quel passaggio parlamentare non rimanga un'altra volta nelle "secrete stanze" della Commissione cultura, ma si svolga possibilmente in un luogo dove il dibattito si faccia a e 360 gradi, sulla base della lettura tanto sbandierata all'interno di questo documento.
 
Visto che si parla di lettura, che si è parlato di pluralismo culturale, di sapere e di conoscenza, vorrei leggere un pezzo della relazione, per la quale esprimo il mio ringraziamento perché, secondo me, è riuscita a fare la sintesi anche di 60 anni di storia patria. A pagina 5 si legge: «Per promuovere la lettura, come leva per l'innovazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese, dove i dati sopra indicati evidenziano un livello molto basso di «lettori», il presente disegno di legge s'inserisce in un quadro dove la cultura e la protezione dell'editoria - veicolo di fruizione del sapere - devono prevalere, invece, sulle pure logiche del mercato. Fissare il prezzo dei libri significa allora - almeno per un po' - gestire il forsennato capitalismo liberista...». 

Lo ripeto, il forsennato capitalismo liberista: a oggi, 2 marzo 2011, in Italia, neanche il più acuto speleologo è riuscito a trovare dove esso sia mai stato. La relazione continua: «per salvaguardare la cultura nella sua forma più ampia». Io credo, proprio perché ritengo che la cultura più ampia includa anche il liberalismo, che occorra astenersi su questo disegno di legge. La relazione inoltre prosegue nel modo seguente: «Perché il prezzo assume un ruolo persino superiore al suo oggetto, quasi una metafora del tema dei saperi: del resto, il diavolo s'incarna nei particolari».

Spero, quindi, che alla Camera decidano con buon senso di aprire un dibattito su questa tematica. Ricordo a tutti coloro i quali sono a favore o contrari al «forsennato capitalismo liberista» che solo là dove esiste la libertà garantita anche dalla legge esiste la possibilità di scambiare le idee e di far arrivare a conoscenza anche quelle della nicchia più piccola. Tutto il resto, se posso anch'io fare un po' di controcultura a buon mercato e un tanto all'etto, è Enciclopedia sovietica. (Applausi della senatrice Poretti).

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