2.11.2011

I nuovi sbarcati non vadano in CIE ma si riattivino Centri prima assistenza. Possibile mossa diversiva di Gheddafi

Le centinaia di arrivi di queste ore, frutto, forse, delle rivolte di piazza in Tunisia ed Egitto, ma magari mossa di Gheddafi per chiedere rinforzi alla vigilia delle manifestazioni annunciate dalla piazza libica pel 17 febbraio, devono esser accolte in centri di prima emergenza e non ristretti nei CIE per poi esser rimandati da dove cercano di fuggire.
 
E' chiaro che l'incertezza pel futuro concorra a creare ansia se non paura per migliaia di persone nel Maghreb, l'Italia, oltre a dover rispettare gli obblighi derivanti dalla ratifica di decine di trattati internazionali sui diritti umani, deve anche assumersi la responsabilità di vicino, un vicino che ha da una parte ha cancellato I fondi per la cooperazione e lo sviluppo e dall'altra ha elevato a partner strategici autocrati come Mubarak, Ben Ali e Gheddafi.

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