9.21.2010

Lettera dei Senatori Radicali Perduca e Poretti sul bilancio del Senato

Caro Presidente,

Cari colleghi Questori,

scriviamo alla “vigilia” del dibattito – tardivo – sul bilancio preventivo (sic!) del Senato che si terrà oggi per portare alla Vostra attenzione una serie di questioni che crediamo meritino la necessaria considerazione se questo nostro esercizio può sperare, se non altro, di avere la funzione di suscitare qualche dubbio su determinate scelte di forniture e abitudini per non parlare dei tempi di adozione dei documenti.

Se le intenzioni che Vi hanno mosso a tagliare di 1000 Euro mensili - senza il benché minimo dibattito! - le dotazioni ai parlamentari sono quelle di contenere la spesa pubblica relativa alle attività del potere legislativo, quanto elencato qui sotto cerca di contribuire in modo sia provvisorio che strutturale a una razionalizzazione dei costi.

Ci riserviamo di approfondire quanto al centro del dibattito odierno con un documento che, sulla falsariga di quanto elaborato dalla Deputata Radicale Rita Bernardini, affronterà voce per voce il bilancio del nostro Senato nel tentativo di rendere quanto più trasparente e conosciuto possibile il suo contenuto. Non possiamo però non rammaricarci oggi dell'occasione perduta ormai da oltre 24 mesi in merito alla mancata introduzione della cosiddetta Anagrafe Pubblica degli Eletti che avrebbe potuto rendere ulteriormente noto quanto fatto dai Parlamentari nominati sia in termini di attività politica che di eventuali conflitti di interessi economico-finanziari.

Come considerazione preliminare generale occorre prendere in considerazione con grande urgenza la totale digitalizzazione del nostro Senato che, come ha tra gli altri recentemente fatto notare anche uno studio dell'Istituto Bruno Leoni, contribuirebbe a far "risparmiare 15 milioni di Euro”. Infatti, segnala sempre il dottor Menegon dell'IBL sebbene “il sistema informatico del Parlamento soddisfi le aspettative del visitatore […] i costi di digitalizzazione non si sono sostituiti ai costi di stampa” bensì “semplicemente sommati a questi. Ogni atto e documento pubblicato su internet è anche stampato e distribuito ai parlamentari.

Nel 2008 il Senato della Repubblica ha speso 4,8 milioni di euro per la stampa e la riproduzione di atti parlamentari. Per il 2010 sono stati stanziati all’uopo 7,4 milioni di euro. La Camera dei Deputati ha sostenuto nel 2009 costi pari a oltre 7,05 milioni di euro per la stampa di atti e documenti parlamentari. Per il 2010 si prevede una leggera crescita e sono pertanto stanziati 7,15 milioni di euro”. Tutto questo al netto delle ore-uomo di personale altamente qualificato dedicate alla revisione dei documenti parlamentari, resa necessariamente più farraginosa dall’impossibilità di svolgerla per via telematica. Altro che 322.000 Euro l'anno!

All'inizio della legislatura tutti i computer del Senato sono stati sostituiti con della macchine Fijitsu-Siemens, con processore Intel Core2 e sistema operativo Windows Vista. Quandunque sia stata presa quella decisione, essa purtroppo non tenne in minima considerazione la notoria pessima qualità di quel software né, cosa ancora più grave, il fatto che tanto quelle macchine quanto tutti i programmi di Windows impongono degli altissimi costi per le licenze d'uso. Possibile che nessuno tra i consulenti del Senato in materia di “informatica” si sia posto il problema della migliore combinazione tra qualità delle macchine e reali necessità lavorative dei Parlamentari e loro collaboratori? E' noto che i Parlamentari usano i loro computer principalmente, se non esclusivamente, per la scrittura di documenti e il controllo della posta elettronica, quel che ci occorre è una postazione che sia efficiente non "di marca".

In vista della dismissione dell'ex Hotel Bologna e di Palazzo Cenci occorre tenere in prioritaria considerazione le reali necessità dei Senatori e dotarli di strumenti che consentano di poter svolgere il nostro lavoro dignitosamente a costi ridottissimi, se non zero. Già oggi è possibile arrivare a ridurre in modo sostanziale voci di spesa importanti come quelle delle licenze d'uso e garantire una manutenzione specializzata senza il ricorso a permessi o aziende esterne.

In questa direzione va sicuramente lo Hardware libero, progettato con la stessa politica del software libero e open source, che consentirebbe di dotarci di macchine libere da quegli obblighi imposti dai costruttori che non necessariamente vanno nella direzione del risparmio per l'utente.

Stesso dicasi per il Software libero cioè software pubblicato con una licenza che permette a chiunque di utilizzarlo incoraggiandone lo studio, le modifiche e la redistribuzione, contrapponendosi al software proprietario da noi sempre utilizzato (il software libero è differente da quello cosiddetto open source).

Altro problema che occorrerebbe prendere in considerazione quanto prima sono le utenze telefoniche e pensare di trasferirne quante più possibile su Voce tramite protocollo Internet, o VoIP, per rendere possibile una conversazione telefonica sfruttando una connessione Internet o un'altra rete dedicata che utilizza il protocollo IP. Grazie a numerosi provider VoIP è possibile effettuare telefonate anche verso la rete telefonica tradizionale. Il vantaggio principale di questa tecnologia sta nel fatto che essa elimina l'obbligo di riservare della banda per ogni telefonata, sfruttando l'allocazione dinamica delle risorse, caratteristica dei protocolli IP.

Per non parlare della possibilità di dotare tutti i computer si programmi non proprietari per conversazioni tra computer o verso telefonia mobile o fissa utilizzabili con laquota allocata individualmente alle telefonate internazionali (rendendo peraltro utilizzabile la webcam che è stata istallata su tutti i computer e che risulta del tutto inservibile oggi) o all'uso del fax extraurbano.

Occorrerebbe poi fare ampia informazione, tra ai Senatori, loro collaboratori, funzionari, dipendenti dei Gruppi e personale tutto, inclusa l'impresa delle pulizie, circa la necessità di non attivare, ovvero di disattivare, tutto ciò che consuma inutilmente energia elettrica se possibile spegnendo le luci di locali non utilizzati, o al termine del loro utilizzo, oppure di disattivare tutti quei sistemi di eccessivo riscaldamento o condizionamento dei locali peraltro dannosi alla salute (da notare che i condizionatori son sempre installati sotto le finestre e non è raro trovarli sia d'estate che in inverno accesi al massimo – sia nei corridoi che negli uffici - con la relativa finestra aperta!). A questo fine, come misura ad interim, in attesa di modifiche più radicali, potrebbe esser utile richiedere una valutazione da parte di una società specializzata che aiutasse nell'individuazione e comunicazione di ciò che sia necessario fare o non fare per risparmiare o non sprecare inutilmente energia.

Ultimo, ma non per questo meno importante, l'utilizzo della carta e degli inchiostri colorati. In attesa di una totale digitalizzazione del nostro Senato, si potrebbe iniziare con risparmi relativi al verbale dell'aula, oppure i resoconti delle giunte e commissioni, che, oltre a un paio di copie per consultazione cartacea, potrebbero utilmente esser pubblicate esclusivamente sul sito. Discorso a parte merita la rassegna stampa che, oltre a risultare ormai datata al momento della distribuzione (di solito intorno alle ore 11!) non necessita in alcun modo di copertine in quadricromia; stesso dicasi per l'utile rassegna delle agenzie delle ore 16 che potrebbe essere stampata in un numero ridotto di copie e in modo da risparmiare almeno la metà dei fogli utilizzati - cioè con un taglia e incolla meno “automatico”. Anche dalle piccole cose si può dimostrare una buona gestione.

Negli anni scorsi non abbiamo mai avuto risposte esaurienti circa alcune acquisizioni immobiliari, salvo poi venire a sapere che i giochi erano ormai chiusi. Allo stesso tempo sia nel 2008 che nel 2009 son stati fatti propri alcuni nostri documenti che chiedevano di prendere precisi impegni circa alcune delle questioni summenzionate; in mancanza di progresso su quanto richiesto, quest'anno abbiamo deciso di non insistere nel vuoto rito della presentazione di raccomandazioni o ordini del giorno. Vedremo come verrà presentato il bilancio e quali saranno le repliche e solo allora decideremo se partecipare al voto finale.

Con la speranza di incontrare la Vostra attenzione restiamo in attesa di un Vostro cortese riscontro.

Un caro saluto,

Marco Perduca Donatella Poretti

1 comment:

Anonymous said...

E 'vero! Penso che questo sia una buona idea.
Assolutamente d'accordo con lei. Mi piace questa idea, sono pienamente d'accordo con te.