8.27.2010

Somalia caso da Consiglio di Sicurezza. Si faccia tesoro del caso Somaliland

L'attacco all'hotel Muna di Mogadiscio che ha provocato la morte di 9 deputati e altre 26 persone è anche il prodotto del totale disimpegno politico della comunità internazionale nei confronti della Somalia, salvo tentare un recupero di interesse nei confronti del "terrorismo qaedista" e della nuova incarnazione del "male" rappresentato dalla pirateria devolvendo la questione a risposte militari.

Alle Nazioni unite infatti, piuttosto che investire il Consiglio di Sicurezza della questione è stato deciso di affidare al Consiglio sui diritti umani di Ginevra. E' difficile sostenere la linea espressa del Ministro Frattini quando afferma che "l'Italia sostiene con convinzione l'azione dell'Unione Africana che combatte le milizie islamiche fondamentaliste per evitare il collasso delle istituzioni somale e per la stabilità della regione continuando nell'assistenza al consolidamento delle strutture governativo-ministeriali somale e alla formazione delle forze di pubblica sicurezza, di polizia di frontiera, venendo incontro ai bisogni della popolazione con aiuti umanitari e riattivando strutture ospedaliere della capitale". Si tratta di dichiarazioni totalmente de-contestualizzate.

Possibile continuare a considerare la Somalia un paese con istituzioni da difendere? Possibile ritenere che 6 mila militari dell'Amisom possano garantire stabilità in un paese crocevia anche di molte mafie occidentali oltre che di reti terroristiche? Ma soprattutto perché escludere dal futuro della regione il caso del Somaliland che, con enormi difficoltà e tantissime pecche, è riuscito a mantenere vivo un minimo di Stato di Diritto all'interno di uno stato fallito? Il Problema va spostato dall'Onu di Ginevra al Palazzo di Vetro, mentre l'Unione Africana deve essere aiutata ad assumerisi responsabilità politiche che non siano di mediazione tra le parti in guerra ma di chiarimento della strategia regionale che non persegua esclusivamente la stabilità per consentire al petrolio di arrivare a casa nostra.

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