1.21.2010

per avere Iran a Londra non ci si inchini a sua priorità

Secondo quanto affermato dal ministro degli Esteri di Teheran, Manouchehr Mottaki, 'se i punti di vista dell'Iran verranno presi in considerazione dalla conferenza di Londra sull'Afghanistan del 28 gennaio prossimo, gli iraniano potrebbero partecipare'. Se da una parte il ruolo degli iraniani in Afghanistan è ancora tutto da chiarire, a parole acerrimi nemici dei talebani, ma, spesso, immischiati in traffici di armi verso le regioni confinanti dove l'insorgenza da oltre un anno si è fatta più cruenta, dall'altro occorre non accondiscendere alle richieste di un regime che quotidianamente si qualifica per la sistematica repressione di qualsiasi tipo di dissenso.

Siccome è noto che il governo della Repubblica Islamica ha sempre evidenziato la necessità di incrementare la lotta al traffico di droga che dall'Afghanistan, attraverso l'Iran, arriva nei Paesi occidentali, se si dovesse accondiscendere alla richiesta di Mottaki, magari fornendo armi e tecnologie per combattere i narcotrafficanti, non vi sarebbe la minima garanzia che quegli investimenti sarebbero utilizzati contro le organizzazioni criminali - non del tutto estranee a collusioni con Teheran - piuttosto che contro le popolazioni iraniane in ribellione contro i Mullah nell'Iran orientale.

A tutto questo va aggiunta anche la necessità di far emergere i fallimenti delle politiche di controllo dell'eroina per prendere in considerazione soluzioni differenti che alla promozione di colture alternative all'oppio avviino la produzione di papavero per farne morfina e codeina, che mancano totalmente in Afghanistan e che andrebbero ad aumentare l'offerta legale di analgesici per tutto il mondo.

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