10.21.2009

Ripresa della discussione del Documento XXII-bis, n. 1 (ore 11,20)

Ripresa della discussione del Documento XXII-bis, n. 1 (ore 11,20)


PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, nel mio intervento mi soffermerò sui lavoratori non italiani, sia che si tratti di cittadini dell'Unione europea sia che si tratti di cittadini non dell'Unione Europea. Probabilmente per motivi di tempo nella relazione del senatore Tofani non si è affrontato tale aspetto, ma studiando la relazione in effetti si fa menzione del numero crescente di lavoratori non italiani che sono non soltanto regolarmente impiegati, ma anche regolarmente iscritti agli istituti previdenziali. Essi sono, differentemente, anche chiaramente per motivi di numero, ma anche per motivi di qualità di impiego, molto interessati dal punto di vista degli infortuni sul lavoro e - ahinoi - anche dal punto di vista delle morti conseguenti agli infortuni avvenuti sui luoghi di lavoro.

Si è più volte auspicato di pervenire ad un testo ampiamente condiviso relativamente alla materia e anch'io sono favorevole a che si trovi una soluzione di consenso. Credo però che oltre a trovarci d'accordo su alcune posizioni, ahimè si debbano condividere anche su una serie di riforme assolutamente necessarie da porre al centro del nostro dibattito politico. Forse può sembrare un progetto ambizioso includerle in un dibattito relativo agli incidenti sul lavoro, ma credo che, da una parte, la riforma della nostra legislazione in materia di lavoro e, dall'altra, il modo con cui negli ultimi 18 mesi si è affrontata la presenza sul suolo italiano di non italiani, debbano essere radicalmente rivisti.

Si dice nella relazione che un'attenzione particolare si è sviluppata negli ultimi anni per gli infortuni ai lavoratori stranieri, la cui iscrizione all'INAIL nel 2008 ha superato quota 3.266.000; un 6 per cento in più rispetto all'anno precedente, ma oltre il 40 per cento in più rispetto al 2004. L'INAIL afferma che i gruppi maggiormente presenti regolarizzati sul nostro territorio sono: rumeni, marocchini, albanesi, tunisini, ex jugoslavi, peruviani, polacchi, ucraini, ecuadoriani, senegalesi e indiani. Dagli studi effettuati dall'INAIL si evince che chi ha la possibilità di avere un lavoro di tipo regolare non ha assolutamente nessun problema a sottoporsi alle nostre leggi e a rispettarle e, se possibile, anche a farle rispettare. Questo accade quando il datore di lavoro, proprio in virtù dell'assunzione di un non italiano che quindi si può ipotizzare non conosca la normativa o che magari si ritenga essere ospite non particolarmente gradito, non voglia adire vie legali quando gli vengono violati diritti civili, ma anche, in questo caso, i diritti lavorali.

Vi sono state varie missioni, tutte riportate nella relazione. Mi soffermerò in particolare sul sopralluogo effettuato a Caserta, dove la Commissione ha inviato una sua delegazione composta dal presidente Tofani e dai senatori Maraventano e De Luca. Quest'ultimo è intervenuto poco fa auspicando - cosa, a mio avviso assolutamente necessaria - di procedere non per ispezioni a campione, e di insistere piuttosto, magari smilitarizzandole, sulla quotidianità delle visite nei luoghi di infortunio o comunque di possibile infortunio.

A Caserta, secondo i dati forniti alla Commissione in occasione del sopralluogo, nei primi nove mesi del 2008 si sono riscontrati in provincia 3.202 infortuni sul lavoro, pari al 15 per cento dei quasi 23.000 casi registrati in tutta la regione Campania, con un calo leggero rispetto al 2007, quando si sono avuti 3.431 incidenti. I comparti sono sempre gli stessi in quella zona: in particolare l'edilizia, ma anche l'agricoltura.

Perché mi soffermo su Caserta? Forse alcuni senatori sapranno che sabato scorso si è tenuta a Roma una grande manifestazione antirazzista, con quasi 200.000 persone che pacificamente hanno partecipato ad una marcia che si è snodata per la Capitale. Di queste persone, 3.000 sono rimaste in presidio silenzioso e rispettoso tutto il giorno di domenica davanti alla Bocca della Verità e si sono poi assembrate davanti alla Prefettura, in Piazza Santi Apostoli. Qui, con i senatori Bonino, Ceccanti e Marcenaro, assieme ad altri colleghi della Camera dei deputati, abbiamo organizzato una conferenza stampa per chiedere quello che queste persone, che venivano tutte dalla zona di Caserta, chiedevano, e cioè di riprendere in considerazione la possibilità di ampliare la regolamentazione di chi oggi si trova in Italia ad altre professioni che non siano la colf o la badante. Si evince infatti chiaramente dai dati contenuti in questa relazione che sono molti i lavoratori oggi presenti in Italia che svolgono lavori extradomestici nei campi, nelle fabbriche o nei cantieri, fino ad arrivare ai ristoranti, nelle varie mansioni.

Se si inizia quindi ad intravedere una soluzione condivisa relativamente al problema degli incidenti sul lavoro, ci dobbiamo porre allo stesso tempo il problema di chi non ha diritti in questo Paese, pur lavorando, e ha necessità di vedersi i diritti comunque rispettati.

Ci auguriamo che dall'auspicata condivisione di vedute contenute all'interno di questo documento parta un cammino interrotto a luglio, e cioè quello della calendarizzazione di una proposta di legge a prima firma della senatrice Bonino e sottoscritta da oltre 50 colleghi, che chiede l'ampliamento delle professioni da regolarizzare, spostando il termine, fissato dal Governo per il 30 settembre, per regolarizzare chi oggi si trova in Italia.

Il rispetto della legalità è quello che le 3.000 persone rimaste 48 ore in più a Roma, quasi tutte provenienti dal Ghana, dalla Nigeria, dal Senegal e dalla Costa d'Avorio, ci hanno chiesto. Ci siamo impegnati, se non altro, a portare la loro voce all'interno del Parlamento e speriamo che questa richiesta di legalità venga presa in considerazione dal Governo prima possibile.(Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).

1 comment:

Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny