7.14.2009

Discussione e approvazione della mozione n. 151 sulla minoranza di lingua italiana in Croazia

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signora Presidente, è vero che il dibattito sulle mozioni si affronta includendo argomenti di carattere più generale che vanno anche oltre l'oggetto delle stesse, e mi pare che l'ultimo intervento abbia abbondantemente dato prova di quel che si è detto, ma non è fortunatamente scritto all'interno della mozione. Faccio mie tutte le considerazione del senatore Pegorer, articolate poco fa a nome del Gruppo del Partito Democratico, spiegando perché mi sono iscritto a parlare in discussione generale. Il quarto impegno che si chiede al Governo con questa mozione è, «nel quadro della normativa comunitaria sul rispetto delle minoranze e nello spirito di un'integrazione di regioni la cui fisionomia nazionalismi e totalitarismi hanno devastato nel '900», di tutelare i diritti di una minoranza.

In Europa fortunatamente o sfortunatamente esistono delle minoranze che non hanno necessariamente una caratterizzazione di tipo regionale e non coinvolgono italiani che vivono altrove, ma cittadini dell' ex Stato della federazione jugoslava che invece si trovano in Italia.

Ci troviamo oggi ad affrontare un documento con cui la maggioranza ha sollevato un problema, salvo poi essere presente in forze al dibattito di oggi, su cui il Governo probabilmente darà un parere favorevole senza mandare i rappresentanti del Ministero che si dovranno interessare di questo e a fare dei ragionamenti che fortunatamente, grazie al negoziato che ci è stato preventivamente nella preparazione di questo documento, hanno incluso nel perimetro delle istituzioni europee, non anteponendo questioni bilaterali ma ponendo chiaramente, come detto, la questione all'interno di un qualcosa che purtroppo non esiste.

Mi riferisco alla Federazione degli Stati Uniti d'Europa che comunque è un progetto politico, altrimenti si starebbe facendo un esercizio che va esattamente nella direzione opposta non soltanto a quella auspicata qui dentro, ma anche a quella necessaria per arrivare a risolvere il problema grazie alle norme europee che ci siamo dati negli ultimi quattro decenni. Si tratta, quindi, di questioni di Regioni e di minoranze e, per dare il messaggio agli italiani e anche agli altri europei che ci sono degli italiani che si interessano sia delle minoranze italiane all'estero che delle minoranze straniere in Italia, cosa che questo Governo gestisce molto spesso attraverso il codice penale piuttosto che con politiche sociali o di tipo diverso, ho deciso con la senatrice Poretti di presentare un disegno di legge per il riconoscimento delle minoranze linguistiche rom e sinte (che vengono in parte anche dalla Croazia e che riguardano 150.000 cittadini italiani tenuti al di fuori da quello che vorremo venisse riconosciuto ai nostri connazionali, a uno Stato non membro dell'Unione Europea) proprio per dare la sensazione che il federalismo europeo è la risposta e che laddove c'è la necessità di affermare anche dei diritti di minoranze e, quindi, di gruppi molto probabilmente bisogna dare in primis il buon esempio e poi pretendere dagli altri che ci si accodino. (Applausi dal Gruppo PD).

GIOVANARDI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chi sono questi 150.000?

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