11.12.2008

Sulla mancata elezione del Presidente della Commissione parlamentareper l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

PERDUCA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. (Brusìo in Aula).
PERDUCA (PD). Signor Presidente, se volete possiamo fare questo intervento tutti in coro.
PRESIDENTE. Prego, collega, non faccia caso agli ululati della maggioranza.
PERDUCA (PD). Sono abbastanza significativi, visto e considerato che si tratta del 44° voto andato a male per istituire una Commissione di rilevanza costituzionale. (Applausi dal Gruppo PdL). Questo applauso mi incoraggia, perché mi pare di capire che qualcuno inizi a preoccuparsi dello stato di legalità nel Paese.
Ricordo che tra le funzioni della Commissione di vigilanza RAI, oltre la nomina del Consiglio d'amministrazione, che è scaduto il 31 maggio, e anche l'adozione dei regolamenti di partecipazione ai confronti televisivi relativamente alle elezioni (già ne abbiamo avuti tre e uno ne avremo tra poco), c'è anche il controllo delle presenze all'interno del servizio radiotelevisivo, che fino a tre anni fa era garantito indipendentemente dal radicale Centro di ascoltodell'informazione radiotelevisiva, mentre oggi non è demandato a nessuno, malgrado invece esistano anche le istituzioni.
Il problema è che questo stato di illegalità si protrae da settemesi. Non credo che i nostri interventi quotidiani possano sbloccare la situazione; va ricordato però - e chiedo a lei, signor Presidente, di farlo presente al Presidente del Senato e al Presidente della Camera dei deputati - che era stata annunciata una convocazione ad oltranza. Fino a quando quella Commissione non diventa un seggio elettorale che viene chiuso al momento in cui si elegge il Presidente, quella non è una convocazione ad oltranza.
Quindi, la nostra domanda posta quando abbiamo occupato il Parlamento resta: fino a quando intendete mantenere l'Italia in questo stato di illegalità? (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Pardi).
PRESIDENTE. Senatore Perduca, mi farò carico della sua richiesta, che peraltro condivido nel merito, come anche la qualità della sua opposizione nel metodo.

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