8.08.2006

Della lotta e del Governo

Qui sotto le ultime due domande di un'intervista a Emma Bonino apparsa su Panorame in edicola. Da notare che ad Anna Maria Angelone non era passato manco per l'anticamera del cervello di mettere in difficoltà la Bonino sul suo terreno. C'ha pensato la Ministro ad affrontare il problema e lo ha fatto, secondo me, nell'unico modo possibile, agire affinché in Cina inizi a diffondersi la pratica del rispetto della legge, solo così si cambierà "regime"

La moneta cinese è sottovalutata, il costo della manodopera è basso, nessuna tutela per lavoratori e ambiente, alta contraffazione, non è concorrenza sleale?

La Cina non sparisce perché a noi fa paura. Credo che in molti settori manifatturieri abbia inferto un colpo gravissimo a molte nostre imprese. Però quel paese è anche un'enorme potenzialità: meglio attrezzarci e imparare a competere e convivere con questa realtà. Questo vale per la Cina ma anche per altri paesi emergenti. Era fondamentale l'ingresso della Cina nella Wto perché Pechino doveva diventare un attore responsabile, farsi carico delle regole dell'organizzazione e della loro applicazione. La Wto prevede leggi antidumping che abbiamo chiesto alla Cina di rispettare, per esempio nel settore delle calzature. Ma è un processo in corso: non può avere domani i nostri standard lavorativi. Vale anche per i diritti umani, per i quali mi batto da sempre: amici e dissidenti mi dicono che l'evoluzione politica è in atto ed è nelle mani dei cinesi. Noi dobbiamo fare la nostra parte, dialogare con le autorità, fare pressioni a tutti i livelli.

La sospensione dei negoziati alla Wto peggiora il quadro?

Il rischio è che tutto sia più selvaggio e che vinca chi è più forte. Mi sento frustrata per questa sospensione sine die, ma non dispero si possa fare qualcosa.