Distratti da guerre al terrore e da vacue affermazioni identitarie, non ci s'era accorti che il mondo stesse andando da un'altra parte. Meglio tardi che mai, Daniele Capezzone, che ieri era anche citato da le Monde (non lo trovo online il pezzo che s'intitolava "Les pétroliers italiens préoccupés"), lancia l'allarme.
Mettendo per ora da parte l'annosa ma fondamentale polemica sul futuro del carbone, che forse potrebbe essere accantonato a favore di eolico e idroelettrico visto l'impatto atmosferico, il vero problema è che la Russia, a differenza dell'URSS i cui carri armati erano di cartapesta, sta ormai invadendo il mondo coi suoi oleo-gasdotti allo scopo di affermarsi come ricattatore energetico a livello globale pronto a gassare mezza Europa a favore di Cina e India e forse un domani anche dell'Iran...
Se mai ci dovesse essere in atto uno scontro di civlità, questo andrebbe ricercato tra gli sfruttatori di risorse naturali per come il sottosuolo gliele offre e gli innovatori tecnologici che ne sono privi. Per non essere sconfitti, occorrerebbe rafforzare il secondo fronte in alleanza coi partner europei, specie in un momento in cui c'è chi s'accorge che piccoli guasti potrebbero causare catastrofi immani, perché le alternative sono piuttosto costose sotto tutti i punti di vista.
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