6.02.2018

Caro @OlivierDupuis3 il problema è esser riconoscibili, altro che!

Olivier Dupuis, per (molti) anni segretario del Partito Radicale, quando questo era vivo e lottava, e per quasi due lustri eurodeputato Radicale, è anche membro del "comitato di saggi" di Più Europa nominato da Radicali Italiani. 

Il Comitato lavora su una proposta di Statuto da sottoporre all'Assemblea di +E che è composta dai responsabili dei tre soggetti costituenti - Centro Democratico, Forza Europa e Radicali Italiani - e Gianfranco Spadaccia (anch'egli già segretario del PR e parlamentare Radicale) garante di Emma Bonino.

Il primo di giugno scorso, Olivier ha scritto una lettera aperta a Emma Bonino sul futuro di Più Europa. Ne scrivo perché son stato candidato di +E, nel senso che mi hanno messo in lista, e perché Olivier mi cita là dove scrive di esser convinto che: 


"che la piena partecipazione di Radicali Italiani a +Europa costituisce l’unica vera alternativa alla linea politica seria quanto pericolosa del flirt o dell’appeasement con la Casaleggio srl e con la demagogia fintamente anti-partitocratica del movimento grillino, sostenuta da Mario Staderini e, in una certa misura, da Marco Perduca e Marco Cappato. E penso che per decidere su una questione di questa gravità serve tempo e serve un congresso. In terzo luogo perché non sarebbe serio non consentire a chi vuole provare di lanciare da subito il progetto +Europa, di poterlo fare".
Mario e Marco risponderanno se credono, per quanto mi riguarda ci tengo a far notare (almeno per ora) quattro cose:

1 - visto che in esordio della lettera Olivier concorda con Emma Bonino che ella non debba assumersi delle responsabilità relative a +E, se la sua richiesta a Emma fosse quella di "convincere" i dirigenti di Radicali Italiani ad acconsentire a un meccanismo transitorio di "opt in successivo" al fine di lasciar partire +E con chi la vuole fare, temo che non ricordi, o non sappia, che Emma non ha mai voluto assumersi alcuna responsabilità formale o stanziale di leadership per Radicali Italiani - e comunque, se questa fosse in effetti la richiesta a Emma se ne son perse le tracce nel dettato;

2 - nello scrivere un po' troppo esclusivamente a nuora perché suocera intenda, temo che Olivier abbia dimenticato le cose dette dai rappresentanti di Forza Europa in più circostanze e che mi pare possano esser qualificate "alternative alla linea politica seria quanto pericolo dei flirt o dell'appeasement con la Casaleggio srl" - imputata a Staderini, Cappato e Perduca, che non mi paiono particolarmente organici a Radicali Italiani;

3 - trovo intollerabile la clausola di stile della ricerca di dialogo "sulla politica" con chi possiede oggi il marchio "Partito Radicale". La strategia del PR è rinchiudere in un mausoleo inaccessibile una storia politica di 60 anni fingendo di promuovere attività, peraltro esternalizzandole, che stanno riducendo un ex-partito politico a support club delle Camere Penali e le loro lodevoli proposte di riforme settoriali.

4 Io non credo, - non l'ho mai creduto e in passato radicali del cazzo, commentatori del cazzo e stronzi di vario genere e specie on e offline non hanno mancato di sbatterci la faccia contro con le loro accuse del cazzo (siccome Olivier è belga abbondo in francesismi) -, che il Movimento 5 Stelle sia il male o la deriva anti-democratica o eversiva di questo paese, anche se, per ora, non ha un processo decisionale democratico e se dice di voler introdurre il vincolo di mandato. 

Ho invece scritto altro - nessuno è obbligato a seguirmi ma prima di imputare linee politiche è sempre meglio approfondire... 

Se proprio esiste un nemico strutturale della democrazia italiana - e magari pure dello Stato di Diritto nel nostro paese -, quello va rintracciato nella storia e comportamenti dei gruppi con cui +E ha fatto un'alleanza elettorale: il centrosinistra.

Non ho avuto alcun problema a esser in coalizione col PD e il nulla rappresentato dalle altre politiche, perché la mia campagna elettorale era per +E e non per o contro questo o quello. Quando son stato nel gruppo del PD in Senato nella XVI Legislatura ho fatto quello che avevo sempre fatto: politica radicale dentro (e fuori) dal Palazzo.

Non foderarsi gli occhi di prosciutto partigiano non vuol dire flirtare. Queste cose le dovrebbe sapere bene chi auspica un dialogo coi peggior sordi del PR, no?

La lettera di Olivier ha comunque il pregio di sollevare da "saggio" un problema strutturale con chi ha messo il nome e la faccia in campagna elettorale. 

Sicuramente occorre sbloccare una situazione ormai al limite dell'irrecuperabile ma, purtroppo, con questo insistere con educazione all'interno, e con una linea che andava bene in campagna elettorale all'esterno, si finirà per non andare da nessuna parte. 

Tre mesi dopo le elezioni, a parte le dichiarazioni di un'opposizione rigorosa (a un governo che non c'era) senza averla discussa con nessuno, l'unica uscita pubblica di Emma Bonino ha riguardato il problema delle firme da raccogliere in caso di elezioni anticipate. In questo caso non userò francesismi, ma credo che ci siamo capiti.

Se qualcuno pensa che un progetto politico (oggi di opposizione) pro-Europa sia necessario, deve essere conseguente ai motivi per cui ha creduto che fosse cruciale chiamarsi non solo "Europa" ma addirittura "Più Europa"!

Occorre aprirsi a simili e diversi, occorre includere chi riconosce genuinamente quale sia l'oggetto del contendere, occorre riconoscere diritti individuali e non rendite di posizione, occorre mettere da parte alchimie statutarie da legulei, occorre fare della promozione di un movimento per l'Europa (e non europeista, che politicamente non vuol dire un cazzo) qualcosa che sia in effetti più Europa cioè un soggetto riformatore di un'unione politica che non anteponga, come fa oggi, la burocrazia dei capi alla partecipazione individuale e i loro diritti - ivi compreso quello di poter concorrere a influire le decisioni che li riguardano. 

Concordo con Olivier che, se Radicali Italiani non ritiene che questa sia la via da perseguire, deve lasciare che altri lo possano fare. 

Ah, quasi mi dimenticavo, in generale non mi piacciano le citazioni di persone che non posso replicare, men che meno mi piacciono le citazioni a pipa di cocco. Quella di Pasolini, dopo oltre 40 anni, più che una citazione ormai è diventata una maledizione. 

Finché c'era Pannella forse era possibile essere irriconoscibili - anche se negli ultimi cinque o sei anni della sua vita anche Pannella era molto prevedibile nella sua ormai nonviolenza inconcludente - oggi, eventualmente, occorre essere riconoscibili. 

E lo dico non perché occorra essere riconoscibili in quanto Radicali, per carità! Sono perfettamente d'accordo con Olivier e le sue critiche a Roberto Cicciomessere circa la lettura dei risultati elettorali, lo dico perché occorre essere riconoscibili in quanto persone che hanno una visione politica generale e di prospettiva del contesto e che non si muovono sull'onda della percezione dei problemi, sulla scia dei sondaggi, a seconda dei risultati di indagini da focus group, finanziamenti ricevuti, o costruzione di nemici populisti via social media

Occorre essere all'altezza di storie che si evocano e portano nel nome. Alle volte certe storie riescono a sopravvivere grazie a cambiamenti radicali. Oggi, purtroppo, chi ha, o continua a mettere, l'aggettivo "radicale" nel nome di un soggetto politico e circolo delle bocce, sembra essere il meno adatto a far alcunché di radicale perché pensa di campare di rendita. La politica si fa qui e oggi. Non ricordando i morti.

Fortunatamente Europa non è un sostantivo brevettato, o brevettabile, e se proprio non si vuole "Più Europa" ma si vuol sinceramente far politica nel suo nome, qualche altra Europa si troverà per essere RICONOSCIBILI, e non solo in Italia. 

Questo è poco ma sicuro. Quindi "ragazzi spazzola"!

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