tratto da "Farnesina Radicale" di Marco Perduca in uscita con Reality Book questa estate.
Questa storia dei soldi di Soros
Non so di preciso come e quando Emma Bonino e George Soros, coetaneo di Marco Pannella, si siano conosciuti, certo mi è che i contatti con Aryeh Neier, l'avvocato per i diritti umani che Soros coinvolse per creare l'Open Society Institute trenta anni fa, risalgono all'inizio degli anni '90 quando l’OSI nasceva.
Il 28 maggio 1984, il miliardario di origini ungheresi e studi londinesi George Soros firmava un contratto tra la Fondazione Soros di New York e l'Accademia Ungherese delle Scienze, per avviare una serie di attività filantropiche per aiutare i paesi a allontanarsi dal comunismo. Nel 1991 un’ulteriore fusione, quella con la Fondation pour une Entrée Intellectuelle Européenne, affiliata al Congresso per la libertà culturale, creata nel 1966 per ispirare "scienziati non conformisti" dell'Europa orientale con idee anti-totalitarie e vicine al capitalismo consolida i progetti filantropici del finanziere.
l’Open Society Institute è stato creato negli Stati Uniti nel 1993 per sostenere le fondazioni di George Soros nell'Europa centrale e orientale e nell'ex Unione Sovietica.
Il motivo dell’incontro tra la Bonino e Neier, che aveva un’esperienza quasi ventennale presso l’American Civil Liberties Union, ACLU, e che per 12 anni era stato il direttore di Human Rights Watch che aveva contribuito a fondare nel 1978, era la giustizia penale internazionale. L’Amministrazione Clinton, con cui George Soros aveva un rapporto privilegiato, era stata cruciale per la creazione definitiva dei due Tribunali ad hoc per la ex-Jugoslavia e il Ruanda e non guardava con sfavore alla creazione di una Corte penale internazionale che all’epoca era anche chiamata “permanente”. Il sottosegretario deputato a seguire la questione era John Howard Francis Shattuck, anch’egli con un passato all’ACLU.
I primi anni Novanta erano gli anni in cui gli slogan di trasnazionalizzazione del Partito Radicale diventarono campagne strutturate e, successivamente, vere e proprie associazioni “autonome ma non indipendenti” come soleva ripetere Marco Pannella. L’avanzamento del diritto penale internazionale era la mission di Non c'è Pace senza Giustizia che agiva perché i Tribunali ad hoc iniziassero finalmente a lavorare e perché si accelerasse il processo di creazione di quello che Pannella chiamava il “primo segmento di giurisdizione sovranazionale” - la Corte penale internazionale.
Fu proprio sulla necessità dell'istituzione di una Corte Penale Internazionale che Bonino e Neier costruirono un rapporto che, in pochissimo tempo, fece arrivare i primi finanziamenti dell’OSI a Non c'è pace senza giustizia. Per facilitare questo sostegno l’associazione si dette uno status legale negli Stati uniti e ottenere finanziamenti (esentasse) da cittadini e fondazioni USA. Fu dapprima incorporata nel District of Columbia e poi nello Stato di New York col nome di No Peace Without Justice. Con Marino Busdachin, all'epoca segretario di NPWJ, seguimmo gli adempimenti da Manhattan.
Per statuto l’OSI non poteva finanziare partiti politici, allo stesso tempo le fondazioni USA non possono dare soldi verso attività di lobby rivolte a qualsiasi assemblea legislativa o organo esecutivo.
Nell'agosto 2010, all’ottantesimo compleanno del suo fondatore, e a due anni dal crack finanziario, quello che era un “Institute” diventa una rete di fondazioni con il nome di Open Society Foundations, denominazione che meglio rifletteva il ruolo di finanziatore per gruppi della società civile in tutto il mondo.
Le Open Society Foundations, non fanno lobby al Congresso né altrove di adottino leggi o politiche, hanno ‘funzionari’ o consulenti indipendenti un po' dappertutto che seguono i processi normativi, nazionali, regionali e internazionali e finanziano le attività di organizzazioni non governative che cercano di influenzare le politiche in determinati campi, ma non si interessano direttamente di far adottare leggi e/o di emendarle. Per vari periodi dal 2015 al 2017 anche io son stato consulente indipendente per questioni legate all’advocacy in materia di diritti dei migranti.
Alla fine del 2017 le dotazioni globali dell’Open Society Foundations salgono a oltre $19,500.000.000, si tratta della terza fondazione privata al mondo dopo la Bill and Melinda Gates Foundation e il Wellcome Trust.
George Soros, a quota americana, è stato iscritto al Partito Radicale all’inizio degli anni Novanta e di recente assieme alla moglie Tamiko Bolton si erano ri-iscritti anche a seguito di incontri con Marco Pannella e Emma Bonino.
Dal 1996 al 2017, con fasi alterne e obiettivi diversi, l'OSI, e non George Soros, ha invece finanziato in maniera significativa prevalentemente le attività di NWPJ, dal 2002 il sostegno si è ampliato ad altre associazioni radicali come la Lega Internazionale Antiproibizionista, l’Associazione Luca Coscioni, il Centro d’Ascolto e Radicali Italiani. Tutti i grant, mai a fondo perduto, hanno riguardato specifici progetti sempre rendicontati e pubblicati sui siti nelle varie sezioni "trasparenza" e hanno riguardato la promozione del diritto penale internazionale, la messa al bando delle Mutilazioni genitali femminili, la mappatura delle violazioni del diritto umanitario internazionale in zone di conflitto, la lotta ai matrimoni forzati, la rappresentazione delle minoranze nei media italiani, la promozione di una riforma antiproibizionista delle convenzioni ONU in materia di sostanze stupefacenti, la cannabis terapeutica e la legalizzazione della cannabis in Italia.
Per quanto mi concerne, i progetti da me scritti, promossi o diretti dal 1996 ammontano a circa quattro milioni di dollari, tutti sempre ampiamente rivendicati.
Pannella, che con Soros parlava in francese, richiedendo al secondo l’intervento di interpreti, ha sempre insistito perché non venissero presentati al finanziere filantropo progetti specifici: per Pannella il progetto a cui Soros doveva interessarsi, se non appassionarsi, era il Partito Radicale. Secondo Pannella qualcuno con la storia personale di Soros “poteva” - anzi “doveva” - arrivare a capirlo.
Per quanto ne sia ispiratore e finanziatore unico, il rapporto tra George Soros e l'Open Society si “limita” al finanziamento e all’individuazione delle priorità in concerto coi membri del General Board nonché la ricerca del suo direttore e quella dei membri del consiglio direttivo - tra questi per qualche anno c’è stata anche Emma Bonino.
Il board non un è da intendersi come un consiglio di amministrazione, piuttosto una sorta di comitato di saggi formato da esperti di vari temi tutti con competenze e sensibilità internazionali. Le decisioni sui finanziamenti vengono demandate ai vari dipartimenti che hanno una dotazione designata per il raggiungimento degli obiettivi prefissi dalla Fondazione. Per ottenere i soldi le ONG devono presentare progetti dettagliati e argomentati che devon esser nel solco della promozione di una società aperta, inclusiva e cosmopolita.
Dalla fine degli anni Novanta, su richiesta di Pannella, Soros ha anche prestato soldi per campagne elettorali - tutti puntualmente restituiti magari a tassi agevolati. I soldi non erano naturalmente prestati a Pannella ma all'Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella. A mia conoscenza il primo prestito, di un milione e mezzo di dollari, avvenne nel 1999 per la campagna elettorale per le europee di quell’anno, l’anno in cui la lista Pannella cambiò denominazione sulla scheda chiamandosi Lista Emma Bonino.
Personalmente ho incontrato Soros più volte, la prima assieme a Emma Bonino nel 2002 quando stavamo per rilanciare la Lega Internazionale Antiproibizionista la seconda per parlare più in generale di quello che il Partito Radicale faceva. Prima del secondo incontro sentii Pannella per telefono che mi suggerì di far notare a Soros che investire in nonviolenza in Italia poteva avere un senso visto che, grazie ai Radicali, come nel caso della legalizzazione del divorzio e ancora più dell’aborto, questa era riuscita là dove molte azioni politiche tradizionali non erano state efficaci. Per affrontare con dovizia di particolari certi argomenti occorrerebbe avere del tempo e un solo obiettivo, Soros ascoltò ma eravamo a pochi mesi dall’attacco USA in Iraq e la sua attenzione ad altro che non fosse quello era piuttosto limitata...
Altri incontri son avvenuti a Londra e Roma per parlare di antiproibizionismo e politica generale. Pannella ha ricordato alcuni di questi incontri nella trasmissione che aveva la domenica su Radio Radicale.
Nel 2012, dopo venti anni di onorato servizio, Christopher Stone, professore di diritto ad Harvard, ha sostituito Aryeh Nieri alla presidenza 1993. Nel 2016, l'OSF ha subito un cyberattacco e molti suoi documenti, ivi compresa la corrispondenza interna, son stati pubblicati da un sito Web. Da alcuni questo attacco è stato descritto come simile ai cyberattacchi russi collegati ad altre istituzioni, come il Democratic National Committee. Tra i documenti c’erano anche alcuni memo da me scritti negli anni in cui ho collaborato come consulente indipendente per OSF. Da allora OSF ha rafforzato la propria difesa digitale e resi ancor più trasparenti i meccanismi di individuazione dei finanziamenti alle ONG - tenendo presente che non tutte operano in paesi dove la società civile è libera di agire. Nel 2018 l'Ungheria, paese natale di Soros, ha adottato una legge che è stata volgarmente nominata "anti-Soros" che penalizza fiscalmente le associazioni che ricevono fondi da entità straniere. Nella primavera di quell'anno, OSF ha deciso di spostare il coordinamento di quelle attività da Budapest a Vienna.
A cosa sono serviti i soldi che l’Open Society ha dato alle associazioni radicali? Per quanto mi riguarda, e per quel che ho visto accadere per 20 anni anche in operazioni in cui non ero direttamente coinvolto, quei soldi son sempre stati utilizzati per fare politica liberale radicale nazionale e transnazionale a tutto tondo. A volte con successi indiscutibili. Chi sostiene, o insinua, il contrario non sa di cosa parla o sposa le teorie di costruzione di fake news che, tra le altre cose, prevedono “George Soros” tra le parole chiave per far divenire sospetto chiunque vi sia affiliato.
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