Al direttore - Veloce o lento che sia, io lo preferirei piuttosto lento, il distacco tra Regno Unito e Unione europea dovrebbe esser gestito per far conoscere la complessità delle implicazioni politiche, economiche, finanziarie e culturali che in effetti esso rappresenta.
Non si tratta di invocare la "trasparenza" dei processi decisionali - qui l'unica cosa trasparente è la totale inadeguatezza delle classi dirigenti europee a governare i fenomeni contemporanei - si tratta piuttosto di far emergere, punto per punto, quel che significa aver abbandonato un'unione politica nata per promuovere pace, democrazia e libertà e che - con tutti i suoi difetti spesso ingigantiti - resta l'unica potenzialità di progetto politico-istituzionale con prospettiva e visione capaci di promuovere stato di diritto e prosperità per tutti. I negoziati sulla secessione dovrebbero naturalmente esser affrontati a reti unificate e in tutte le lingue ufficiali dell'Ue.
Se la separazione verrà trasformata da un esercizio burocratico a uno pienamente pedagogico, si riusciranno ad aiutare i britannici a capire cosa hanno fatto e altri europei a non farlo - e magari gli scozzesi a vietarlo sonoramente! Scopo ulteriore, se non principe, di questo sforzo di educazione civica sarebbe quello di invitare i vertici dell'Unione a trarne le debite conseguenze e: farsi un esame di coscienza politica e riformare in primis se stessi, o farsi da parte.
Marco Perduca
Giusta l'educazione civica. Ma per rispetto degli elettori inglesi, il Regno Unito deve essere accompagnato all'uscita il prima possibile dall'Unione europea. Sarà traumatico per tutti - d'altronde, come diceva Churchill, la democrazia funziona davvero quando a decidere siamo in due, e l`altro è malato - ma sarebbe più traumatico dare la sensazione che gli elettori possono decidere in libertà quello che vogliono, tanto poi qualcuno ci mette una pezza.
Non si tratta di invocare la "trasparenza" dei processi decisionali - qui l'unica cosa trasparente è la totale inadeguatezza delle classi dirigenti europee a governare i fenomeni contemporanei - si tratta piuttosto di far emergere, punto per punto, quel che significa aver abbandonato un'unione politica nata per promuovere pace, democrazia e libertà e che - con tutti i suoi difetti spesso ingigantiti - resta l'unica potenzialità di progetto politico-istituzionale con prospettiva e visione capaci di promuovere stato di diritto e prosperità per tutti. I negoziati sulla secessione dovrebbero naturalmente esser affrontati a reti unificate e in tutte le lingue ufficiali dell'Ue.
Se la separazione verrà trasformata da un esercizio burocratico a uno pienamente pedagogico, si riusciranno ad aiutare i britannici a capire cosa hanno fatto e altri europei a non farlo - e magari gli scozzesi a vietarlo sonoramente! Scopo ulteriore, se non principe, di questo sforzo di educazione civica sarebbe quello di invitare i vertici dell'Unione a trarne le debite conseguenze e: farsi un esame di coscienza politica e riformare in primis se stessi, o farsi da parte.
Marco Perduca
Giusta l'educazione civica. Ma per rispetto degli elettori inglesi, il Regno Unito deve essere accompagnato all'uscita il prima possibile dall'Unione europea. Sarà traumatico per tutti - d'altronde, come diceva Churchill, la democrazia funziona davvero quando a decidere siamo in due, e l`altro è malato - ma sarebbe più traumatico dare la sensazione che gli elettori possono decidere in libertà quello che vogliono, tanto poi qualcuno ci mette una pezza.
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