6.04.2015

Il rapporto europeo sulle droghe conferma che malgrado il proibizionismo non diminuiscono. Occorrono riforme radicali

I dati contenuti nel rapporto pubblicato oggi dall'Osservatorio europeo per il monitoraggio delle droghe e delle dipendenze conferma che, malgrado il permanere di politiche altamente punitive in tutta l'Unione (inclusa Norvegia e Turchia), il fenomeno non accenna a diminuire, anzi!

Sia che si tratti delle cosiddette "droghe leggere", sia che si parli di quelle pesanti, le sostanze proibite rimangono fedeli accompagnatrici delle abitudini di milioni di europei. Non passa giorno che non vengano "scoperte" nuove sostanze e, anche grazie a internet e a nuove app, ormai il mercato non e' mai a corto d'offerta. L'eta' di chi ha un rapporto problematico con le sostanze aumenta, restano diffusi il poli-consumo e il collegamento coi comportamenti sessuali a rischio - per non parlare delle ingenti risorse umane e finanziarie dedicate dagli stati nella "guerra alla droga".

Insomma, un'ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, dei fallimenti del proibizionismo e dei problemi creati dall'estensione del diritto penale al "controllo" di problematiche di tipo socio-sanitario.

Il 26 di giugno, giornata mondiale contro le droghe, le Nazioni unite presenteranno il Rapporto mondiale sulle droghe, con queste premesse europee e' ragionevole ipotizzare che nel resto del mondo la situazione non sia migliore. Sempre a giugno il Governo italiano dovrebbe presentare la sua relazione annuale al Parlamento sul fenomeno degli stupefacenti, e' da sperare che dopo anni di mistificazioni finalmente si possano avere dati elaborati in modo scientificamente affidabile sui quali pero' occorre aprire un dibattito laico per proporre riforme radicali. Procrastinare sarebbe criminogeno.

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