5.06.2014

Sull'Ucraina, l'Occidente non vada in ordine sparso, chieda rispetto norme legalità internazionale e diritti della minoranza tatara

Occorre che su quanto accade in Ucraina l’Occidente parli con una voce sola chiedendo tanto il rispetto dei patti raggiunti a Ginevra quanto quello del riconoscimento della giurisdizione della Corte penale internazionale da parte di Kiev per cui l’uso della forza sul territorio di quel paese è ancor più soggetto al diritto umanitario internazionale.

Posto che mi par molto difficile invocare il rispetto di un accordo, come quello di Ginevra, avvenuto molto prima che provocazioni e reazioni violente avessero fatto precipitare la situazione e posto che comunque solo il confronto e il dialogo politico possono evitare il peggio – sempre che le centinaia di vittime civili e militari già non siano il “peggio” - bisogna che in seno al Consiglio d’Europa venga proposta una possibile via d’uscita dalla guerra civile che non deroghi dagli obblighi internazionali di tutte le parti interessate direttamente, e indirettamente, nel conflitto. In mancanza di corrispondenza a tali obblighi, oltre alle sanzioni penali, occorre prendere in considerazioni anche gravi decisioni politiche come fu fatto una quindicina d’anni fa proprio nei confronti della Federazione russa in occasione della seconda guerra di Cecenia.

Occorre quindi far sapere a l’Ucraina e alla Russia che tra i possibili scenari ci può esser anche quello della sospensione delle loro delegazioni dal Consiglio d’Europa in attesa che la ragione prevalga sulle provocazioni e gli scontri armati. Allo stesso tempo occorre anche far sì che il 25 maggio prossimo si tengano le elezioni presidenziali perché sarebbe particolarmente difficile poter continuare a dialogare con un governo a scarsa “legittimazione democratica” in un momento in cui è a rischio l’integrità territoriale e la stabilità di ampie zone dell’Europa orientale.


Infine mi permetto di segnalare ai paesi tradizionalmente più vicini alla Russia, quindi anche all’Italia, che in Crimea si stanno verificando pericolosissimi episodi di “liste di proscrizione” nei confronti della minoranza tatara, un ulteriore motivo per cui l’appello al rispetto della legalità internazionale e ai diritti umani dovrebbe esser al centro dei contatti anche bilaterali…

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