5.07.2014

Mentre il mondo parla di legalizzazione l'Italia ascolta Giovanardi. Sul proibizionismo Renzi cambi verso e alleati


Oggi, mentre alla London School of Economics viene presentato uno studio internazionale dal titolo “Ending the Drug Wars” (metter fine alle guerra alla droga) in Italia ci si appresta a “modificare” la peggiore legge europea in materia di sostanze stupefacenti affidandola alle sapienti cure di uno dei due estensori originali di quel testo: il senatore Carlo Giovanardi.

Non credo che occorra aggiungere molto sulla qualità dell'operato repressivo e anti-scientifico del politico del Nuovo CentroDestra, credo però che sia opportuno sottolineare come la “modifica” della ex Fini-Giovnardi non si distacchi nell'approccio dall'impianto della legge del 2006: resta infatti intatto tanto lo schema proibizionista quanto la risposta punizionista. Niente di più, niente di meno.

Eppure una maggioranza per andare oltre al fallimento della proibizione ci sarebbe stata, occorreva concentrarsi più sulla necessità di radicale discontinuità col passato piuttosto che sull'urgenza di colmare il vuoto legislativo. Tra le altre cose si tratta di una ulteriore occasione perduta anche per corrispondere alla sentenza pilota della Corte european sui diritti umani, visto e considerato che oltre un terzo dei detenuti italiani è in carcere per crimini legati alle “droghe”.

A parte qindi la simbolica assegnazione a Giovanardi del ruolo di relatore in aula di una legge che porta il suo nome e che solo qualche settimana fa era stata dichiarata incostituzionale pel metodo in cui fu fatta adottare, di per sé una dichiarazione di non belligeranza col “nemico” della libertà di scelta, ricerca scienfitica e cura, l'Italia continua a scontare un'arretratezza culturale, oltre che politica, in materia di sostanze stupefacenti.

Occorre che Matteo Renzi nomini quanto prima al Dipartimento per le Politiche Antidroga qualcuno che sia, anche internazionalmente riconosciuto, capace di governare il fenomeno in tutti i suoi aspetti e che lo doti di una direzione scientifica degna di tal nome dopo i disastri del dottor Serpelloni. Renzi, o chi per lui, legga inoltre il rapporto della London School of Economics, firmato da Nobel, esperti e politici, e deleghi qualcuno a esser presente al Convegno Internazionale della “International Society for the Study of Drug Policy” che si terrà a Roma dal 21 al 23 maggio 2014 presso la sede del CNR. Per cambiare verso ci vuol impegno e costanza.

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