12.13.2013

Puo' un filologo criticare le leggi di uno stato sulla marijuana senza alcuna evidena scientifica? per l'INCB puo'


Mentre il Guardian candida l'Uruguay a premio nobel per la pace, per aver preso la decisione giusta contro la guerra alla droga, e il Presidente Mujica conferma le proprie parole anche di fronte a sondaggi che vedono i 2/3 della popolazione del suo paese scettica se non contraria alla decisione di legalizzare e regolamentare produzione consumo e commercio di marijuana, l'International Narcotics Control Board (INCB) accusa l'Uruguay di aver violato il diritto internazionale.

Le accuse son state mosse dal diplomatico belga, laureato in filologia e filosofia, direttore dell'INCB. L'argomento e' che tale regolamentazione, che va notato esclude i minorenni dalla possibilita' di acquistare la marijuana (una mossa che potrebbe in effetti creare problemi), inciterebbe i 'giovani' alla dipendenza.

Se da una parte e' quanto meno stigmatizzabile che qualcuno con curriculm e le 'competenze' di Yans guidi un organismo che dovrebbe dirigere un lavoro statistico e legale di controllo di come le tre convenzioni Onu vengano applicate dagli stati che le hanno ratificate, va denunciato che non esiste letteratura consolidata sull'aumento dell'uso problematico, figuriamoci della dipendenza vera e propria, della marijuana a seguito di modifiche legislative. Al contrario, Paesi bassi, Portgogallo e Spagna, per fare degli esempi europei, son riusciti a governare in modo piu' efficace il fenomeno.

A marzo si terra' la riunione della Commissione droghe dell'Onu, Mijica, a differenza
dei suoi omologi Cardoso, Zedillo e Gaviria e' ancora capo di Stato, dovrebbe recarsi a Vienna e spiegare il perche', probabilmente, una tale decisione possa arrivare a meritare il primo nobel per la pace...

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