10.30.2013

Su attentato a Tienammen no a demonizzazione degli uiguri

Con sempre maggiore insistenza, ma al momento senza prove o documentazione pubbliche, le autorità cinesi stanno imputanto agli uiguri la responsabilità dell'incidente accaduto in piazza Tienamen il 29 ottobre scorso.

Posto che nel giro di poche ore la censura cinese ha cancellato dalla Rete le poche documentazioni fotografiche dell'accaduto che presenti e passanti avevano pubblicato su vari siti, e tenendo presente che le indagini continuano nel massimo della segretezza, in attesa di poter conoscere ulteriori sviluppi sulle ricerche che oggi vedrebbero privilegiare la "pista uigura", occorre che nel riportare gli eventi la stampa non generalizzi, come invece spesso è accaduto in passato, presentando tutti gli uiguri come dei fondamentalisti violenti dediti alla lotta armata secessionista della regione autonoma uigura dello Xinjiang.

Più volte, anche recentemente, Marco Pannella ha ricordato come la leadership della diaspora uigura, a partire dalla presidente del congresso uiguro Rebya Kadeer, abbia annunciato pubblicamente e ufficialmente il proprio desiderio di dialogare con Pechino per promuovere delle riforme di progresso democratico che interessino la Cina intera e quindi tutti i cittadini che vivono in quel paese. 

Come risposta invece le autorità cinesi, colla partecipazione di un certo tipo di stampa amche nostrana, hanno creato le condizioni per far di tutta l'erba un fascio e promuovere una sorta di uigurofobia che fa il pari con la islamofobia o arabofobia conseguente all'11 di settembre che non ha consentito alcun tipo di riflessione politica di fondo sui fatti e su le rivendicazioni o pretese delle parti chiamate in cuasa. 

Occorre quindi che nel continuare ad affrontare quell'incidente si faccia informazione nel senso più proprio del termine, anche perché in Cina la censura e i filtri sono la regola e non l'eccezione.

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