In questi giorni il Senato, che non convoca le commissioni, crea nuovi posti di lavoro...
proprio come nella XVI legislatura siamo punto e a capo sulla 'rappresentanza' nell'ufficio di presidenza del Senato.
AGGIUNGI UN DIPIETRISTA A TAVOLA! INCIUCINO PRO TONINO AL SENATO,
ARRIVANO ALTRI DUE SEGRETARI D’AULA PER DARE UNA POLTRONA ALL’ITALIA DEI
LIVORI - I POSTI PASSANO DA 8 A 12, +33% DI SPESE TRA SEGRETARIE,
ASSISTENTI, PREBENDE VARIE - TUTTI D’ACCORDO, SI OPPONGONO SOLO I
RADICALI E TEX VILLARI…
Gian Antonio Stella per "Il Corriere della Sera"
Di Pietro
Esiste l'inciucio puro e virtuoso? E' quello che ti chiedi annotando
quanto accadrà oggi al Senato dove, come succede sempre alla vigilia di
Natale con le faccende che non devono dare nell'occhio, verranno votati
due nuovi segretari d'aula, portando il conto finale a dodici contro gli
otto fissati dal regolamento. Uno scandaletto piccolo, se vogliamo. Ma
illuminante. Il tutto per placare Antonio Di Pietro, che spara contro
ogni accordo trasversale il lunedì, martedì, mercoledì, giovedì... Sia
chiaro, all'Italia dei Valori non viene regalato niente: a quella
poltrona aveva diritto.
ANNA FINOCCHIAROMa
il modo in cui si arriva a chiudere una delle tante guerricciole tra
destra e sinistra è piuttosto discutibile. A partire dal contesto.
Dicono i numeri, infatti, che palazzo Madama non ha mai faticato poco
come di questi tempi. Basti ricordare che, come ha dimostrato poche
settimane fa un'inchiesta di Carmelo Lopapa su Repubblica, non solo «la
commissione Affari costituzionali negli ultimi sei mesi si è riunita 37
volte per 25 ore di lavoro (meno di un'ora a seduta), la commissione
Giustizia 33 riunioni per 36 ore di attività, Esteri 17 sedute in 14
ore, Difesa 24 sedute per 22 ore, e via così...» ma la stessa assemblea,
dal primo di maggio alla fine di ottobre, ha lavorato mediamente 8 ore e
45 minuti.
RICCARDO VILLARI - Copyright Pizzi
C'è chi ne trarrebbe la conclusione che, visto che per regolamento i
segretari d'aula «tengono nota dei senatori iscritti a parlare; danno
lettura dei processi verbali e, su richiesta del Presidente, di ogni
altro atto e documento che debba essere comunicato all'Assemblea; fanno
l'appello nominale; accertano il risultato delle votazioni...», già otto
dovrebbero farsi carico di un'ora di fatica la settimana a testa.
Ridotto in dieci a 52 minuti a testa. In dodici a 44 minuti scarsi.
Ma sentiamo già l'obiezione: è il prezzo della democrazia! Lasciamo
stare... Qual è il punto? Il punto, come hanno inutilmente sottolineato i
senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca denunciando la
«tenia partitocratica che vede consociati tutti i gruppi in Senato per
fare un favore all'Italia dei Valori», è che come ogni organismo di
garanzia che non appartiene a nessuno la struttura dei segretari d'aula
avrebbe dovuto avere al suo interno una rappresentanza di tutti i gruppi
parlamentari.
marco perduca
E come ha riconosciuto Anna Finocchiaro non è giusto che esista «un
Gruppo parlamentare con 13 senatori che non ha la possibilità o
l'occasione di partecipare al Consiglio di Presidenza e, dunque, di
concorrere all'organizzazione ed alle scelte politiche ed istituzionali
che caratterizzano le funzioni del Consiglio di Presidenza».
donatella porettiParole
d'oro. Sottoscritte dalla stessa maggioranza. Ma da cosa è nato il
pasticcio? Dall'ingordigia, accusa il senatore dell'Udc Gianpiero
D'Alia, dei partiti più grossi che, «invocando un principio
maggioritario che non c'è ne nello spirito ne nella lettera della norma
(ne costituzionale ne regolamentare), hanno giocato all'asso
pigliatutto, come si suoi dire: avendo il maggior numero di voti, hanno
determinato le elezioni dei quattro Segretari di maggioranza e di
opposizione, escludendo dalla rappresentanza i Gruppi parlamentari più
piccoli».
aniello di nardo
«E noi?», avevano protestato i dipietristi. Risposta corale:
d'accordo, ne aggiungiamo due, uno dell'Idv e uno della maggioranza, per
pareggiare i conti. Macché: nel segreto dell'urna il candidato di
Tonino Di Pietro, Aniello Di Nardo, era stato scartato in favore della
sudtirolese Helga Thaler Ausserhofer. Nuove proteste dipietriste:
vergogna! E nuova risposta, un mese fa: ne aggiungiamo provvisoriamente
altri due, uno ai dipietristi e uno alla maggioranza.
Altri due? Nonostante i gruppi parlamentari, grazie alla nascita del
Pdl e del Pd e la scomparsa di vari partiti minori, si siano dimezzati?
Nonostante si tratti di nuove spese (segreterie, assistenti, prebende
varie...) in un momento di crisi pesantissima in cui soltanto il mondo
della politica non vede neppure scalfito il proprio fatturato?
Nonostante le promesse di tagli e di moralizzazione?
Scusate, ha chiesto a quel punto il senatore Riccardo Villari, ma
invece che aggiungerne altri con un aumento complessivo del 33% sul
limite del regolamento, «basterebbe che coloro i quali hanno, in qualche
misura, recuperato una presenza in più la cedessero, dimettendosi
spontaneamente».
Una proposta sensata. E applaudita anche dai rappresentanti
dell'Italia dei Valori. Ma bocciata dall'assemblea con 239' favorevoli
ad aumentare l'organico, 12 contrari e 15 astenuti. Un accordo
trasversale che, in altre occasioni, sarebbe stato marchiato con un solo
aggettivo: inciucista.
Oggi, alle 16.30, dopo un mesetto di trattative, siamo finalmente al
voto. E se qualche manina misteriosa facesse un altro scherzetto
bocciando di nuovo il candidato dipietrista per far passare un altro
esponente dell'opposizione, hanno maliziosamente chiesto Donatella
Poretti e Marco Perduca, cosa succederebbe? Ne facciamo altri due e poi
altri due e poi altri altri due e avanti così all'infinito?
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