4.27.2013

In Afghanistan occorre far evolvere presenza militare anche in assistenza tecnica per convertire produzione oppio a fini medici

Secondo l'ufficio dell'Onu per droghe e crimine, nel 2012, l'Afghanistan ha aumentato le dimensioni delle proprie piantagioni di oppio del 18%. Lo stesso ufficio ci informa da oltre 20 anni che l'Afghanistan e' il piu' grande produttore al mondo di oppio malgrado dalla fine degli anni Novanta siano stati finanziati decine di programmi di eradicazione e sviluppo alternativo per convincere i contadini a coltivare altre piante.

Oggi abbiamo la conferma del fallimento che il Parito Radicale denuncia, in seno alle Nazioni unite, al Parlamento europeo e a quello italiano e cioe' che una pianta che fa guadagnare 100, seppur illegalmente, non potra' mai esser sostituita, neanche colla forza, da una pianta che fa guadagnare 1 legalmente. Ora, se l'oppio non avesse altro sviluppo che quello della sua raffinazione in eroina si potrebbe concordare coll'insistere in questi tentativi, ma siccome sappiamo che dal papavero possono esser tratte medicine, come la morfina e la codeina, o lo stesso oppio, e sappiamo anche, perche' ce lo dice l'Organizzazione Mondiale della Sanita', che l'80% della popolazione mondiale non conosce analgesici, non si capisce perche' non si vogia promuovere la conversione di queste produzioni oggi illegali in un settore di mercato legale che possa, oltre a ridisegnare le dinamiche economico-politiche in Afghanistan, offrire oppiacei a buon mercato per oltre 5 miliardi di persone.

Auspico che tra i primi dibattiti parlamentari di politica estera, Camera e Senato vogliano affrontare laicamente la questione della presenza internazionale, militare e civile, al fine di prendere in considerazione tale conversione. Il Partito Radicale e' a totale disposizione per offire un'ampia documentazione in materia. Perseguire questo ultradecennale fallimento sarebbe una condotta criminale...

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