10.29.2012

Come risponde il Governo all'appello di Prodi contro l'esplosione del Sahel? Presentata interrogazione al Ministro Terzi

 Nella sua prima visita a Bamako da inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sahel, Romano Prodi si è appellato all'Italia perché si mobiliti per concorrere alla risposta internazionale alle "difficoltà, vastità e pesantezza del problema" che dal Mali interessano l'intera regione sub-sahariana occidentale.
Tra le altre cose il Presidente Prodi ha anche lamentato l'assenza italiana nel paese in termini diplomatici ma anche politici generali, colla Senatrice Donatella Poretti abbiamo quindi ritenuto opportuno di presentare un'interrogazione parlamentare al Ministro Terzi per capire come il governo italiano intenda rispondere alle sollecitazioni dell'inviato delle Nazioni unite per il Sahel. 

Nell'interrogazione si ricorda, tra le altre cose, come nel dicembre del 2012 il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito abbia eletto come suo segretario l'avvocato maliano Demba Traoré il quale, dopo esser stato audito dalla Commissione e del Comitato sui diritti umani di Senato e Camera all'inizio dell'estate di quest'anno, nell'agosto scorso è stato nominato ministro per il decentramento nel governo di transizione maliano. Bamako, l'ECOWAS e l'Unione africana da settimane chiedono alla comunità internazionale un aiuto principalmente militare per recuperare il controllo del territorio a nord del paese, prima di imbarcarci in un'altra missione militare occorre affrontare il problema nelle deputate sedi istituzionali per perseguire anche obiettivi politici e socio-economici che potrebbero arrivare a sconsigliare l'opzione dell'armamento di oltre 3mila caschi blu africani in una regione di per sé già piuttosto turbolenta". 

Nel mese di luglio Marco Pannella aveva fatto proprio e rilanciato col Partito Radicale l'appello di Jaques Chirac e Abdou Diouf che aveva garantito oltre mille firmatari tra parlamentari e militanti dei diritti umani di Africa e Europa
interrogazione a risposta scritta al Ministreo degli esteri

dei Senatori Perduca e Poretti

Premesso che:

Il 12 settembre 2012, il Segretario-Generale dell’Onu Ban Ki-moon ha nominato Romano Prodi a capo di un gruppo di esperti delle Nazioni Unite e dell’Unione africana che si occupera’ delle missioni internazionali per il mantenimento della pace in Africa;

Il gruppo di esperti per le missioni di pace in Africa guidato dal Presidente Prodi e’ composto da sei persone oltre lui e cioè James Dobbins (Stati Uniti), Jean-Pierre Halbwachs (Mauritius), Monica Juma (Kenya), Toshi Niwa (Giappone) e Behrooz Sadry (Iran). Gli esperti dovranno occuparsi in primo luogo del miglioramento del finanziamento delle operazioni di pace gestite dall’Unione africana sotto mandato delle Nazioni Unite.

I compiti del ‘panel’ dell’Onu e dell’Unione africana sono stati definiti dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1809, votata il 16 aprile 2012, che aveva accolto la proposta del segretario generale Ban Ki-moon di nominare ‘un gruppo di esperti dell’Onu e dell’Unione africana per considerare in profondita’ le modalita’ per appoggiare queste operazioni di Peace keeping;

all'inizio del mese di ottobre il Segretario-Generale dell'Onu ha anche conferito al Presidente Prodi l'incarico di inviato speciale per il Sahel con particolare riferimento alla situazione nel Mali.

Considerato che:

dal mesi di marzo del 2012 il Mali è precipitato nel caos a seguito di un golpe militare che ha rovesciato il presidente Amadou Toumani Touré, creando un vuoto di potere che ha permesso ai ribelli tuareg di conquistare due terzi del paese nelle regioni settentrionali;

estremisti islamici ritenuti dagli osservatori internazinoali legati alla presenza nel Sahel di Al Qaeda hanno successivamente preso il controllo di diversi territori al nord, gli stessi al centro delle attività secessionistiche dei tuareg;

il conflitto armato interno in in Mali è scoppiato in un momento in cui l'intero Sahel, da sempre una delle regioni più povere al mondo, è sull'orlo di una catastrofe umanitaria, dovuta alla siccità e alla conseguente carestia;

la Comunità economica dell'Africa occidentale, Ecowas ha elaborato un piano per aiutare le truppe del Mali a riconquistare il nord rivolgendosi alle Nazioni unite per un sostegno economico e logistico per circa 3300 militari provenienti da alcuni paesi della regione tra cui la Nigeria, il Burkina Faso e la Costa d'Avorio;

il Presidente ad interim del paese, Dioncounda Traoré, nel suo intervento all'inaugurazione della 67esima Assemblea Generale delle Nazioni unite si è appellato al Consiglio di sicurezza dell'Onu affinché il piano dell'ECOWAS venga autorizzato;

il 19 ottobre, nella sua prima visita a Bamako da inviato speciale delle Nazioni Unite per il Sahel, Romano Prodi, tra le altre cose, si è appellato all'Italia perché si mobiliti per concorrere alla risposta internazionale alle "difficoltà, vastità e pesantezza del problema" che dal Mali interessano l'intera regione sub-sahariana occidentale lamentando l'assenza italiana nel paese in termini diplomatici ma anche politici generali;

considerato infine che nel mese di dicembre 2012 il Partito Radicale  Nonviolento, Transnazionale e Transpartito abbia eletto come suo segretario l'avvocato maliano Demba Traoré il quale, dopo esser stato audito il 25 e 26 luglio 2012 dalla Commissione e dal Comitato sui diritti umani di Senato e Camera, il 20 agosto scorso è stato nominato ministro per il decentramento nel governo di transizione maliano;

si chiede di sapere:

se e come il Governo intenda rispondere e corrispondere alle sollecitazioni del Presidente Prodi;

quale sia l'impegno attuale dell'Italia in Mali;

quale sia la posizione italiana relativamente alle richieste dell'ECOWAS e dell'Unione africana relative all'invio di una forza armata multinazionale sotto l'egida dell'Organizzazione per economia per l'Africa occidentale;

se il Ministro in indirizzo abbia avuto modo di visionare i resoconti delle audizioni dell'Onorevole Traore' al Senato e alla Camera

quali siano eventuali iniziative governative o di altri rappresentanti istituzionali a livello dell'Unione europea relative al Sahel con particolare riferimento alla crisi maliana.

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