Col titolo 'Il mercato che
uccide', l'Osservatore romano in prima pagina denuncia oggi l'enorme
flusso di denaro generato
dal mercato mondiale delle armi di piccolo calibro. Citando le
conclusioni del rapporto Small Arms Survey 2012, presentato ieri all'Onu
di New York, il quotidiano della Santa Sede ricorda come 'le armi di
piccolo calibro generino un giro d'affari annuo pari a 8,5
miliardi, contribuendo allamorte di circa mezzo milione di persone',
niente rispetto al traffico delle droghe proibite, stimabile in quasi
cento volte tante, ma sicuramente molto molto piu' letale. L'Italia
purtroppo, malgrado le varie campagne nazionali e internazionali che
hanno posto il problema del commercio delle piccole armi al pari di
quello delle mine anti-uomo, resta un produttore di una certa importanza
e, forse anche per questo, negli ultimi mesi l'ex maggioranza di centro
destra ha piu' volte fatto passare misure che hanno allentato le maglie
dei controlli nel settore. In vista dell'apertura dell'Assemblea
generale delle Nazioni unite occorre che il Parlamento affronti la
questione con un dibattito pubblico sotto tutti i punti di vista.
L'Osservatore romano sottolinea inoltre l'importanza e la potenza del complesso militare industriale evidenziando uno studio del Congresso americano, secondo cui nel 2011 le esportazioni di armi dagli Stati Uniti di Obama sono triplicate, raggiungendo la cifra record di 66,3 miliardi di dollari, portando la quota statunitense al 78% del mercato globale, che l'anno scorso era stato stimato intorno agli 85 miliardi di dollari. La Russia si conferma seconda produttrice con 'solo' 4,8 miliardi' oscure le cifre relative alla Cina. Considerati i numerosi fronti caldi ancora aperti nel mondo occorre discutere di come poter arrivare a nuove forme di regolamentazione globale del settore al fine di controllare in modo piu' efficace questo mercato che, anche la' dove vorrebbe portare la pace, resta purtroppo foriero di morti.
L'Osservatore romano sottolinea inoltre l'importanza e la potenza del complesso militare industriale evidenziando uno studio del Congresso americano, secondo cui nel 2011 le esportazioni di armi dagli Stati Uniti di Obama sono triplicate, raggiungendo la cifra record di 66,3 miliardi di dollari, portando la quota statunitense al 78% del mercato globale, che l'anno scorso era stato stimato intorno agli 85 miliardi di dollari. La Russia si conferma seconda produttrice con 'solo' 4,8 miliardi' oscure le cifre relative alla Cina. Considerati i numerosi fronti caldi ancora aperti nel mondo occorre discutere di come poter arrivare a nuove forme di regolamentazione globale del settore al fine di controllare in modo piu' efficace questo mercato che, anche la' dove vorrebbe portare la pace, resta purtroppo foriero di morti.
No comments:
Post a Comment