PERDUCA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, la 
senatrice Poretti ed io stiamo facendo lo sciopero della fame da ieri 
sera per denunciare la mala amministrazione della giustizia e, come 
decine di migliaia di persone soprattutto negli istituti penitenziari, 
avevamo scelto il silenzio per affrontare i prossimi quattro giorni. 
Quando però si parla della Costituzione e si ascoltano alcuni 
ragionamenti, con rispetto parlando, è difficile mantenere il silenzio. 
Quindi, ci troviamo costretti ad intervenire, non sempre, ma sicuramente
 su alcune questioni fondamentali.
È stato già fatto notare che alla Camera dei 
deputati tale problema non è stato sollevato con altrettanta decisione e
 forza. I presentatori dell'emendamento intendono affrontare una 
questione di pari rappresentanza, ma ciò vorrebbe dire che in ambo le 
Camere detta rappresentanza è «garantita per legge».
Vi è però un problema aggiuntivo, che avevamo 
cercato di sollevare durante il dibattito sul finanziamento pubblico dei
 partiti, ossia che la scienza ed anche la sociologia ci dicono che non è
 così semplice definire l'identità di genere e che magari i generi - a 
questo punto - possono non essere più due, ma eventualmente anche tre. (Brusìo).
 Allora, dal momento che state facendo un discorso presuntamente 
modernista, secondo il quale volete veder rappresentati all'interno 
delle aule parlamentari due generi, al 50 e 50, cerco di ricordarvi che 
siamo nel 2012 e che, al di fuori di queste aule, sono in corso 
dibattiti che riguardano non soltanto l'identità di genere e 
l'orientamento sessuale - che qui non ci interessano - ma anche i 
diritti da garantire a queste persone, in quanto individui portatori di 
diritti.
Cosa implicherebbe tale 
riformulazione, che andrebbe sicuramente a migliorare il testo 
originario dell'emendamento? Anche se non ho ancora capito come si possa
 garantire tale pari rappresentanza di genere all'interno delle Camere, 
comunque, la suddetta riformulazione comporterebbe che, nel momento in 
cui si venisse nominati o eletti, si dovrebbe sottoscrivere una 
dichiarazione di appartenenza ad un determinato genere, con il divieto 
di cambiarlo? (Applausi dal Gruppo PdL).
Scusate, ma quest'argomento, più di tutti gli 
altri che sono stati utilizzati, è quello per cui - pur essendo i 
radicali da sempre molto attenti all'accesso di chiunque, 
indipendentemente da genere, religione e razza, a qualsiasi ufficio 
pubblico - la senatrice Poretti ed io ci asterremo, ma non nel senso che
 non parteciperemo alla votazione, bensì pigiando il bottone bianco, 
qualora si dovesse arrivare al voto elettronico. (Applausi della senatrice Poretti e del senatore Valentino).
 
 
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