7.31.2012

Governo spieghi perche' domiciliari per cittadino spagnolo Lander

Il 13 giugno 2012 scorso, on un'operazione di polizia degna dei peggiori criminali, il cittadino spagnolo Lander Fernandez Arrinda veniva arrestato nel suo appartamento mentre si recava ad incontrare i suoi avvocati. Pel suo arresto furono impiegati oltre quindici agenti di polizia (passamontagna in volto e pistole alla mano). Come dimostrerà successivamente anche la Corte di appello del tribunale di Roma, Lander vive legittimamente in Italia da oltre un anno. L’arresto, ben coperto dalla stampa locale e nazionale, avveniva in esecuzione di una richiesta di estradizione avanzata dall’autorità giudiziaria spagnola per processarlo di fronte alle autorità competenti di quel  poiché le autorità giudiziarie spagnole gli attribuiscono, tra le altre cose, il reato di terrorismo. In realtà i fatti riportati nella sentenza di convalida sulle misure cautelari emessa dalla Sezione IV penale della Corte di appello di Roma in data 15 giugno 2012, riguardano l’incendio di un autobus (avvenuto nel febbraio 2002) in sosta e senza passeggeri a bordo, facendo uso di una bottiglia incendiaria ma niente più.

Dopo due notti passate a Regine Coeli, dove in virtù delle condizioni di sovrappopolazione non può neanche godere dell'ora d'aria, pel Lander vengono concessi i domiciliari. A oltre un mese e mezzo dalla vicenda, sulla quale restano comunque molte zone oscure, non si capisce il perché al Lander non possano esser concesse forme diverse di restrizione della libertà dandogli, tra le altre cose, anche la possibilità' di poter lavorare per il proprio sostentamento. Sulla vicenda ho presentato settimana scorsa un'interrogazione colla Senatrice Poretti, sperando che la stampa, così solerte nel coprire l'arresto, possa anche cogliere l'occasione per ristabilire un minimo di verità' fattuale sul caso Lander.


testo dell'intInterrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia dei Senatori Perduca e Poretti

Premesso che:

Lander Fernandez Arrinda (LFA) viene arrestato con un’imponente operazione di polizia il 13 giugno 2012 alle ore 830 fuori del suo appartamento mentre si recava ad incontrare i suoi avvocati. Pel suo arresto furono impiegati oltre quindici agenti di polizia (passamontagna in volto e pistole alla mano) per arrestare un cittadino europeo che, come dimostrerà anche la Corte di appello del tribunale di Roma, vive legittimamente in Italia da oltre un anno;

l’arresto avviene in esecuzione di una richiesta di estradizione avanzata dall’autorità giudiziaria spagnola per processare LFA di fronte alle autorità competenti di quel paese;

una volta arrestato LFA viene tradotto nel carcere di Regina Coeli dove trascorre due giorni in isolamento giudiziario, in virtù delle condizioni in cui versa l’istituto carcerario in questione, LFA non puo usufruire appieno dell’ora d’aria né ricevere il pasto nel primo giorno di detenzione come raccolto di persona dal Senatore Perduca recatosi in visita presso l'astuto di pena capitolino;

LFA a oggi risulta indagato per il reato attribuitogli, in quanto il processo deve essere ancora celebrato dalle autorità spagnole.

Considerato che:

Le autorità giudiziarie spagnole attribuiscono a LFA il reato di terrorismo. In realtà i fatti riportati nella sentenza di convalida sulle misure cautelari emessa dalla Sezione IV penale della Corte di appello di Roma in data 15 giugno 2012, riguardano l’incendio di un autobus (avvenuto nel febbraio 2002) in sosta e senza passeggeri a bordo, facendo uso di una bottiglia incendiaria;

la riconduzione di tale evento alla fattispecie di reato di terrorismo avviene a mezzo di due presunzioni che non possono trovare fondamento. LFA infatti avrebbe commesso il fatto in concorso con Aingeru Cardanu Reoyo, appartenente ad una presunta organizzazione terroristica chiamata KALLE BORROKA. Quest’ultima sigla viene a sua volta accusata di collaborare con l'ETA. Bisogna evidenziare che non esiste nessun provvedimento giudiziario spagnolo che accerti l’esistenza di un’associazione denominata KALLE BOROKA e che, quindi, possa dimostrarsi il suo collegamento coll'ETA;

dalle carte finora inviate dall’autorità giudiziaria spagnola non viene dimostrato alcuno degli elementi finora indicati;

allo stato degli atti, per quanto di conoscenza degli interroganti, l’unico fatto addebitabile all’indagato è quello di danneggiamento di un autobus vuoto e che le accuse mosse dall’autorità spagnola sono al vaglio della Corte d’appello di Roma;

nel periodo in cui LFA è in custodia presso le autorità italiane, numerose testate nazionali e internazionali riportano la notizia dell’arresto di un "terrorista basco". Tale imputazione verrà successivamente smentita sempre dalla Corte d’appello di Roma che si riserva di verificare l’effettiva qualificazione giuridica del fatto attribuito al LFA;
la stampa quindi ha già celebrato il suo processo mediatico, anticipando il giudizio della Corte d’appello, senza successivamente riservare all’indagato alcun diritto di replica;

dal 15 di Giugno 2012, LFA è sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, tale decisione è stata giustificata dalla Corte d’appello in quanto - citando testualmente la sentenza - “il Fernandez risulta di fatto controllato dagli organi di polizia (italiana, ndr) fin dal dicembre 2011 senza che, a suo carico siano emerse attività illecite o iniziative volte a sottrarsi alla Polizia Giudiziaria”.

atteso che:

dall’inizio della sua permanenza in Italia, la Corte d’Appello riconosce che LFA abbia tenuto una condotta rispettosa delle norme del nostro ordinamento;

LFA è stato detenuto in custodia cautelare a Regina Coeli per due giorni e da oltre 45 giorni è detenuto ai domiciliari solo perché indagato di un reato di danneggiamento consumato più di dieci anni fa;

l’accusa mossa dall’autorità giudiziaria spagnola si basa su ipotesi prive di fondamento;

da oltre 45 giorni LFA è impossibilitato a svolgere attività lavorativa per provvedere al suo sostentamento;

in Spagna sussiste un regime di legislazione speciale nei confronti dei militanti politici baschi, più' volte al centro di pronunciamenti della Corte europea di Strasburgo e condannato da Ong quali Amnesty International e Human Rights Watch;

Si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti summenzionati;

quali siano i contatti intercorsi coll'autorita' giudiziaria spagnola;

se il Ministro non ritenga esistano le condizioni perché il regime di libertà vigilata e controlla di LFA possa essere ulteriormente attenuato in modo da consentirgli di poter tornare a lavorare e quindi provvedere al proprio sostentamento.

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