PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il senatore Perduca per illustrare la questione sospensiva QS5. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD).
Signor Presidente, anch'io ho presentato una sospensiva che, però, si
articola attorno all'articolo 49 della nostra Costituzione.
Prima di entrare nel merito del perché, secondo
me, la senatrice Poretti e la senatrice Bonino, occorre aspettare una
riforma dell'articolo 49 della Costituzione (che è quello che affronta
lo status dei partiti, il modo con cui i cittadini si organizzano
fuori e dentro il nostro Parlamento), voglio cogliere lo spunto
relativo alla riforma della legge elettorale poc'anzi nominata dalla
senatrice Poretti.
Il disegno di legge da me presentato, insieme ad
altri senatori, che giace da tempo in Commissione affari
costituzionali, spero venga preso in considerazione, in particolare dal
Popolo della Libertà - se è seriamente convinto di proporre una riforma
della nostra Costituzione in senso semipresidenziale alla francese -
perché è l'elaborazione di una riforma elettorale che va proprio nella
direzione del sistema elettorale francese, che è uninominale
maggioritario a doppio turno.
Colgo anche l'occasione per informare i presenti
che lunedì prossimo, 11 giugno, alle ore 16 a Roma si terrà la riunione
della Lega per l'uninominale che, sulla base di quanto verrà deciso
stamani e delle proposte di modifica della legge elettorale presentate,
cercherà di proporre ulteriori proposte emendative, eventualmente, a
quei disegni di legge, si spera anche con un'iniziativa politica che
voglia porre al centro del dibattito politico all'interno e all'esterno
del Parlamento le modifiche costituzionali.
Vorrei ora spiegare perché secondo noi è
inconcepibile che, nel momento in cui ci si mette a riformare alcuni
aspetti della nostra Costituzione modificando il bicameralismo perfetto,
andando a ridurre in maniera del tutto arbitraria, senza alcun minimo
ragionamento (come diceva la senatrice Poretti poco fa) che tenga conto
delle esigenze di rappresentatività dei territori all'interno delle due
Camere, modificando il processo legislativo, creando stranamente un
Presidente del Consiglio dei ministri che è uno e lui solo in grado di
poter nominare (e quindi costituire) il proprio Consiglio dei ministri
dopo aver ottenuto egli stesso, in modo abbastanza discutibile, la
fiducia, non si tocchi l'articolo 49 della Costituzione, che è quello
che regolamenta il modo con cui i cittadini decidono di organizzare il
consenso elettorale, prima, e poi la propria vita all'interno dei
partiti. Lo è perché, in effetti, si proporrebbe una modifica per tenere
conto, più che dell'iniziativa dei singoli parlamentari, delle
decisioni assunte dai partiti politici, cioè da quegli stessi partiti
che oggi non hanno uno status giuridico definito, che sono
associazioni di fatto e si spartiscono centinaia di milioni di euro
senza alcun tipo di controllo interno o esterno (mi pare che le vicende
delle ultime settimane non facciano che confermare questo stato di cose,
totalmente al di fuori del controllo della legge).
Ciò è un'ulteriore dimostrazione del fatto che
la proposta di riforma costituzionale in esame viene avanzata per dare
un contentino al popolo sovrano, che "ringhia" al di fuori del Palazzo,
per dire: «Va bene, avete chiesto la riduzione dei costi della politica?
Ecco, noi vi prendiamo in giro» - come abbiamo fatto proprio ieri con
le nomine per le Autorità: l'abbiamo fatto divertire chiedendo l'invio
dei curricula dei candidati da inserire su un sito visibile solo a
quelli che li dovranno eleggere e non a quelli che potranno
eventualmente giudicare se le persone nominate hanno le competenze e i
titoli necessari per essere eletti a quelle due Autorità, e infatti,
almeno in un paio di casi, non li hanno, e quindi vedremo cosa accadrà
nelle prossime settimane - «però il resto ce lo organizziamo da soli».
Questo tipo di ragionamento è stato tra l'altro
reiterato stamani allorché è stato espresso un voto contrario alla
questione sospensiva presentata sempre dalla senatrice Poretti e dal
sottoscritto in Commissione affari costituzionali, dove si è deciso di
avviare, anche in quel caso in mancanza della definizione di una riforma
chiara dell'articolo 49 della Costituzione, la riforma, per così dire,
del finanziamento pubblico dei partiti (perché finanziamento pubblico
dei partiti era e tale rimane anche con questa nuova proposta di legge).
Dunque, il ragionamento politico non poteva
rientrare né in una questione sospensiva né in una questione
pregiudiziale. Poc'anzi la senatrice Poretti ha ricordato che il maggior
Gruppo parlamentare del Senato si è scoperto a favore del
semipresidenzialismo poche ore fa e, dopo anni di dibattito all'interno
della Commissione affari costituzionali, dove è presente in maggioranza,
ha deciso di mandare all'aria tutto il lavoro svolto e di presentare
cinque emendamenti volti a riformare ulteriormente la nostra
Costituzione. Dunque, vi è un grande interesse a mettere mano alla Carta
fondamentale della nostra Repubblica, una Repubblica che il Consiglio
d'Europa ritiene essere un problema all'interno degli Stati membri del
Consiglio d'Europa ogni qualvolta si parli, per esempio, di
amministrazione della giustizia e quindi di rispetto dei diritti
individuali civili e politici (rispetto che non viene preso in
considerazione neanche a seguito delle sentenze della Corte, tant'è vero
che l'Italia ha il peggior record di modifica legislativa a
seguito delle decisioni della Corte di Strasburgo).
Ebbene, abbiamo una
proposta che è stata avviata su un percorso che ha richiesto molto
tempo; abbiamo poi un'ulteriore proposta avanzata 24 ore fa che in
qualche modo riscardina il sistema di gerarchia all'interno della nostra
Repubblica volendo creare qualcosa più simile al sistema d'Oltralpe
(noto che non vanno più di moda quelli della Spagna e della Germania,
cosa di cui possiamo anche gioire, anche se, per esempio, per quanto
riguarda l'articolo 49 della Costituzione, il modello tedesco volto alla
chiarezza ed al rispetto delle regole sarebbe stato auspicabile come
spunto a cui volgere lo sguardo per modificare la nostra Costituzione).
Tutto ciò premesso, in particolare
concentrandoci sulla modifica, incardinata tra l'altro su un disegno di
legge a prima firma del deputato radicale Maurizio Turco, dell'articolo
49 alla Camera dei deputati, ci spinge a chiedere una sospensione
dell'esame del provvedimento. Se proprio la partitocrazia è arrivata
alla decisione di modificare la nostra Costituzione, la si modifichi
tutta insieme e non esclusivamente all'interno di un'Aula parlamentare,
ma se possibile, chiedendo che il servizio pubblico radiotelevisivo per
una volta faccia davvero servizio pubblico, e con un dibattito
nazionale. Infatti, non mi pare esclusivamente ridurre il numero dei
parlamentari, da una parte, e creare un «superPresidente» del Consiglio,
dall'altra, rappresentino una riforma costituzionale. (Applausi dal Gruppo Per il Terzo Polo:ApI-FLI e della senatrice Poretti).
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