6.08.2012

#opensenato contro la modifica della Costituzione

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il senatore Perduca per illustrare la questione sospensiva QS5. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, anch'io ho presentato una sospensiva che, però, si articola attorno all'articolo 49 della nostra Costituzione.

Prima di entrare nel merito del perché, secondo me, la senatrice Poretti e la senatrice Bonino, occorre aspettare una riforma dell'articolo 49 della Costituzione (che è quello che affronta lo status dei partiti, il modo con cui i cittadini si organizzano fuori e dentro il nostro Parlamento), voglio cogliere lo spunto relativo alla riforma della legge elettorale poc'anzi nominata dalla senatrice Poretti.

Il disegno di legge da me presentato, insieme ad altri senatori, che giace da tempo in Commissione affari costituzionali, spero venga preso in considerazione, in particolare dal Popolo della Libertà - se è seriamente convinto di proporre una riforma della nostra Costituzione in senso semipresidenziale alla francese - perché è l'elaborazione di una riforma elettorale che va proprio nella direzione del sistema elettorale francese, che è uninominale maggioritario a doppio turno.
 
Colgo anche l'occasione per informare i presenti che lunedì prossimo, 11 giugno, alle ore 16 a Roma si terrà la riunione della Lega per l'uninominale che, sulla base di quanto verrà deciso stamani e delle proposte di modifica della legge elettorale presentate, cercherà di proporre ulteriori proposte emendative, eventualmente, a quei disegni di legge, si spera anche con un'iniziativa politica che voglia porre al centro del dibattito politico all'interno e all'esterno del Parlamento le modifiche costituzionali.

Vorrei ora spiegare perché secondo noi è inconcepibile che, nel momento in cui ci si mette a riformare alcuni aspetti della nostra Costituzione modificando il bicameralismo perfetto, andando a ridurre in maniera del tutto arbitraria, senza alcun minimo ragionamento (come diceva la senatrice Poretti poco fa) che tenga conto delle esigenze di rappresentatività dei territori all'interno delle due Camere, modificando il processo legislativo, creando stranamente un Presidente del Consiglio dei ministri che è uno e lui solo in grado di poter nominare (e quindi costituire) il proprio Consiglio dei ministri dopo aver ottenuto egli stesso, in modo abbastanza discutibile, la fiducia, non si tocchi l'articolo 49 della Costituzione, che è quello che regolamenta il modo con cui i cittadini decidono di organizzare il consenso elettorale, prima, e poi la propria vita all'interno dei partiti. Lo è perché, in effetti, si proporrebbe una modifica per tenere conto, più che dell'iniziativa dei singoli parlamentari, delle decisioni assunte dai partiti politici, cioè da quegli stessi partiti che oggi non hanno uno status giuridico definito, che sono associazioni di fatto e si spartiscono centinaia di milioni di euro senza alcun tipo di controllo interno o esterno (mi pare che le vicende delle ultime settimane non facciano che confermare questo stato di cose, totalmente al di fuori del controllo della legge).

Ciò è un'ulteriore dimostrazione del fatto che la proposta di riforma costituzionale in esame viene avanzata per dare un contentino al popolo sovrano, che "ringhia" al di fuori del Palazzo, per dire: «Va bene, avete chiesto la riduzione dei costi della politica? Ecco, noi vi prendiamo in giro» - come abbiamo fatto proprio ieri con le nomine per le Autorità: l'abbiamo fatto divertire chiedendo l'invio dei curricula dei candidati da inserire su un sito visibile solo a quelli che li dovranno eleggere e non a quelli che potranno eventualmente giudicare se le persone nominate hanno le competenze e i titoli necessari per essere eletti a quelle due Autorità, e infatti, almeno in un paio di casi, non li hanno, e quindi vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane - «però il resto ce lo organizziamo da soli».
Questo tipo di ragionamento è stato tra l'altro reiterato stamani allorché è stato espresso un voto contrario alla questione sospensiva presentata sempre dalla senatrice Poretti e dal sottoscritto in Commissione affari costituzionali, dove si è deciso di avviare, anche in quel caso in mancanza della definizione di una riforma chiara dell'articolo 49 della Costituzione, la riforma, per così dire, del finanziamento pubblico dei partiti (perché finanziamento pubblico dei partiti era e tale rimane anche con questa nuova proposta di legge).

Dunque, il ragionamento politico non poteva rientrare né in una questione sospensiva né in una questione pregiudiziale. Poc'anzi la senatrice Poretti ha ricordato che il maggior Gruppo parlamentare del Senato si è scoperto a favore del semipresidenzialismo poche ore fa e, dopo anni di dibattito all'interno della Commissione affari costituzionali, dove è presente in maggioranza, ha deciso di mandare all'aria tutto il lavoro svolto e di presentare cinque emendamenti volti a riformare ulteriormente la nostra Costituzione. Dunque, vi è un grande interesse a mettere mano alla Carta fondamentale della nostra Repubblica, una Repubblica che il Consiglio d'Europa ritiene essere un problema all'interno degli Stati membri del Consiglio d'Europa ogni qualvolta si parli, per esempio, di amministrazione della giustizia e quindi di rispetto dei diritti individuali civili e politici (rispetto che non viene preso in considerazione neanche a seguito delle sentenze della Corte, tant'è vero che l'Italia ha il peggior record di modifica legislativa a seguito delle decisioni della Corte di Strasburgo). 

Ebbene, abbiamo una proposta che è stata avviata su un percorso che ha richiesto molto tempo; abbiamo poi un'ulteriore proposta avanzata 24 ore fa che in qualche modo riscardina il sistema di gerarchia all'interno della nostra Repubblica volendo creare qualcosa più simile al sistema d'Oltralpe (noto che non vanno più di moda quelli della Spagna e della Germania, cosa di cui possiamo anche gioire, anche se, per esempio, per quanto riguarda l'articolo 49 della Costituzione, il modello tedesco volto alla chiarezza ed al rispetto delle regole sarebbe stato auspicabile come spunto a cui volgere lo sguardo per modificare la nostra Costituzione).

Tutto ciò premesso, in particolare concentrandoci sulla modifica, incardinata tra l'altro su un disegno di legge a prima firma del deputato radicale Maurizio Turco, dell'articolo 49 alla Camera dei deputati, ci spinge a chiedere una sospensione dell'esame del provvedimento. Se proprio la partitocrazia è arrivata alla decisione di modificare la nostra Costituzione, la si modifichi tutta insieme e non esclusivamente all'interno di un'Aula parlamentare, ma se possibile, chiedendo che il servizio pubblico radiotelevisivo per una volta faccia davvero servizio pubblico, e con un dibattito nazionale. Infatti, non mi pare esclusivamente ridurre il numero dei parlamentari, da una parte, e creare un «superPresidente» del Consiglio, dall'altra, rappresentino una riforma costituzionale. (Applausi dal Gruppo Per il Terzo Polo:ApI-FLI e della senatrice Poretti).

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