Oltre che accertarsi che quanto battuto poco fa dalle agenzie
corrisponda al vero, e cioè che una delegazione di quattro persone della
Corte Penale Internazionale sarebbe stata fermata nella citta' di
Zintan nel sud della Libia da una milizia locale. Il fermo sarebbe
avvenuto dopo che un esponente della delegazione, l'avvocato australiano
Melinda Taylor, è stata trovata in possesso di documenti sospetti
destinati a Saif al-Islam Gheddafi, detenuto, ma forse sarebbe meglio
dire sequestrato da non si sa bene chi, proprio in quella città.
Occorre
che l'Italia, che da subito ha inteso confermare col CNT libico gli
ottimi rapporti sempre esistiti col regime di Gheddafi, si adoperi per
sostenere la dichiarazione del presidente della CPI Song Sang-hyu
liberando la delegazione e consentendo loro di fare il proprio lavoro
per garantire a Saif Al Islam possa i diritti umani di cui gode anche se
detenuto e un giusto processo di fronte alla corte dell'Aia.
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