3.18.2012

Sulla situazione dell'amministrazione della giustizia

Sulla situazione dell'amministrazione della giustizia

PERDUCA (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signora Presidente, il 13 marzo il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, ancora una volta, ha voluto affrontare la questione dell'amministrazione della giustizia italiana, ritenendola sempre al limite del rispetto della Convenzione europea dei diritti umani e salutando il cosiddetto decreto Severino come, forse, una misura che può andare nella direzione auspicata dalle varie pronunce del Comitato dei Ministri fatte in passato, e cioè quella di affrontare, se non altro, il problema delle carceri. Il 13 marzo è stato sollevato un altro problema dal Comitato dei Ministri: parlo dell'irragionevole durata dei processi, che in Italia ci porta a creare dei problemi alla Corte europea dei diritti umani, questione che tra l'altro proprio lei, signora Presidente, ed altri avete voluto sollevare in una lettera al «Financial Times» un paio di giorni fa.

Marco Pannella dalla mezzanotte di ieri per rispondere alla richiesta del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha deciso di avviare uno sciopero della fame a oltranza perché si faccia ciò che quel Comitato chiede all'Italia e cioè di adottare una serie di misure che veramente vadano alla radice del problema, che non è, come purtroppo sempre più, in maniera forse automatica e superficiale, si ritiene essere, il sovraffollamento delle carceri, ma l'amministrazione della nostra giustizia.

La proposta che i radicali fanno da anni è di arrivare a una riforma radicale e globale della giustizia italiana partendo da un'amnistia e da un indulto ormai sempre più necessari. Questa iniziativa a oltranza, che è probabilmente qualcosa di ancor più grave e serio fra tutte le possibili attività nonviolente da mettere in atto perché si applichi la legge, deve essere presa in considerazione quanto prima nelle Commissioni. Sappiamo che il Governo sta per adottare un disegno di legge che affronta molte delle questioni che il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa richiama nelle sue delibere, ma non lo ha ancora presentato né alla Camera né al Senato. Questa potrebbe essere già una prima risposta.

L'altro problema fondamentale è quello che anche l'Autorità garante per le comunicazioni ha sollevato più volte, e cioè che in Italia non si parla di giustizia. Si parla sempre di casi eclatanti di cronaca nera e cronaca giudiziaria, specie se c'è il morto, più preferibilmente in famiglia, ma non dell'amministrazione della giustizia. Spero quindi che anche i colleghi presenti in Aula che sono membri della Commissione di vigilanza sulla RAI vogliano sollevare quanto prima la questione nella prossima riunione della Commissione, perché la RAI deve arrivare a fare informazione su quel che avviene. C'è stata una minima apertura per quanto riguarda le carceri, ma il problema alla radice è ben altro: è quello dell'amministrazione della giustizia, a partire dalla lunghezza dei processi.

Spero quindi che non soltanto ci si voglia unire a questa iniziativa nonviolenta, ma che si possano anche portare avanti nelle Aule parlamentari e nelle Commissioni competenti altre iniziative per corrispondere a questa richiesta del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.

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