1.04.2012

CARCERI: PERDUCA (RADICALI), PRENDERE IN CONSIDERAZIONE AMNISTIA E INDULTO

CARCERI: PERDUCA (RADICALI), PRENDERE IN CONSIDERAZIONE AMNISTIA E INDULTO
(AGENPARL) - Roma, 04 gen - "Di fronte alla flagrante violazione dei
diritti umani in Italia, occorre essere piu' ambiziosi e prendere in
considerazione amnistia e indulto come prima riforma alle condizioni in
cui in Italia viene 'amministrata' la giustizia. Tra l'altro il
Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non ha mai elaborato dei
dati scientificamente apprezzabili circa i risultati del famigerato
indulto del 2006 a cui non segui' la necessaria amnistia e quindi oggi
si continuano a esprimere opinioni non corroborate da dati certi". Così
in una nota il Senatore Radicale Marco Perduca, membro della commissione
giustizia del Senato. "Detto questo, fermo restando che la stessa
Ministra Severino ritiene che questo provvedimento sia un 'tampone', di
fronte agli oltre 25mila detenuti in piu' rispetto alla capienza
regolamentare, quanto contenuto nel decreto del 22 dicembre scorso
potra' forse alleggerire di unita' le presenze negli oltre 200
penitenziari italiani.
Inoltre, senza almeno 4mila agenti della polizia penitenziari a non
sara' possibile utilizzare alcuna delle nuove strutture. Nei prossimi
giorni colla Senatrice Poretti presenteremo una 20ina di emendamenti per
cercare di ampliare la platea di coloro che potrebbero esser mandati ai
domiciliari, scarcerati anticipatamente oppure godere di pene
alternative, ma per porre fine al patente stato di illegalita' della
giustizia italiana in termini di irragionevole durata dei processi e
condizioni detentive l'amnistia e l'indulto restano le risposte
strutturali oggi necessarie".
com/bat 041718 GEN 12

 Carceri/ Scintille Polizia-Governo su celle di sicurezza -2-
Mantovano (Pdl): Cambiare Dl. Ministro "soddisfatto" clima Senato

Roma, 4 gen. (TMNews) - Le parole di Cirillo hanno creato tensioni anche
con gli operatori carcerari: ne fa fede la dichiarazione di Donato
Capece, segretario del Sappe, il sindacato degli agenti di polizia
penitenziaria, secondo il quale il vice capo della Polizia
"evidentemente non ha conoscenza diretta della grave emergenza
penitenziaria, peraltro decretata da due anni dal Governo". Si è vestito
da pompiere Achille Serra, senatore dell'Udc con alle spalle una
prestigiosa carriera in Polizia: "Non mi risulta - ha affermato - alcuno
scontro in atto tra Governo e Polizia sul provvedimento svuota-carceri
messo a punto dal ministro Severino, il vice capo della Polizia ha
espresso oggi in Senato delle riserve pacate e ragionevoli sul
provvedimento". Invece Alfredo Mantovano (Pdl), già sottosegretario
all'Interno nel precedente Governo, ha preso la palla al balzo,
ricordando le critiche espresse da diverse parti sul decreto: "Oggi un
tecnico qualificato come il vice capo della Polizia - ha detto - esprime
nella sede parlamentare propria valutazioni 'tecniche' in linea con le
critiche politiche. E' sufficiente per convincere i tecnici del Governo
che non tutto ciò che loro fanno è sempre perfetto e non soggetto a
revisione?".

In commissione Giustizia a palazzo Madama, però, il clima è differente:
la stessa Severino ne ha dato atto, dopo aver preso parte ai lavori
pomeridiani, dicendosi "straordinariamente sorpresa in senso positivo
dal tono costruttivo del dialogo" e garantendo disponibilità alle
modifiche. L'Idv, con Luigi Li Gotti, ha proposto di rinforzare gli
effetti del decreto inserendo al suo interno alcune delle proposte
contenute nel ddl del Governo sul processo penale. Non a caso il
ministro ha detto, a fine riunione, che le proposte che stanno emergendo
in Parlamento "potrebbero arricchire il decreto" grazie all'inserimento
nel testo di "altre proposte contenute sia in provvedimenti di origine
parlamentare sia in provvedimenti di origine governativa".

Il Pd dal canto suo studia due emendamenti qualificanti, come ha
spiegato ai cronisti Alberto Maritati: il diritto di accesso illimitato
alle camere di sicurezza per i parlamentari, una norma che potrebbe
fugare le preoccupazioni sul trattamento cui sarebbero sottoposti gli
arrestati nelle 48 ore previste, e la possibilità per le stesse forze di
polizia che compiono l'arresto di valutare direttamente l'opportunità di
concedere all'arrestato la custodia preventiva a domicilio, invece che
in caserma o in questura. "Dal ministro spirito collaborativo ma il
testo è da migliorare", ha detto dal canto suo la capogruppo Pd in
commissione, Silvia Della Monica. Perfino i radicali, pur non
rinunciando alla bandiera dell'amnistia, hanno fatto una sorta di
apertura di credito sul decreto del Governo annunciando con Marco
Perduca "emendamenti per cercare di ampliare la platea di coloro che
potrebbero esser mandati ai domiciliari, scarcerati anticipatamente
oppure godere di pene alternative".

I tempi per l'iter del provvedimento non saranno fulminei come si era
ipotizzato in un primo momento: il termine per la presentazione degli
emendamenti su questo e sull'altro decreto che riguarda la giustizia
civile saranno posposti a mercoledì 11, ha annunciato il presidente
della commissione Giustizia Filippo Berselli. Quanto alla conclusione
dell'esame, "vediamo - ha spiegato - cosa decide la capigruppo: se
conferma la calendarizzazione per l'aula noi licenzieremo il
provvedimento entro la prossima settimana. In caso contrario, non vedo
perché dovremmo correre".

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