12.02.2011

Sulla Libia si conferma proccupante futuro per libertà e Diritti Umani. Italia concorra al rispetto di legalità internazionale

Le risposte datemi oggi in conferenza stampa dall'ex militante dei diritti umani Fathy Terbil, oggi ministro dello sport e della giuventù del CNT libico confermano la necessità del coinvolgimento della comunità internazionale nella costruzione di una Libia che possa esser fondata sulla libertà, il rispetto dei Diritti Umani di tutti e lo Stato di Diritto derivato dalle norme internazionalmente riconosciute. 

Meraviglia, per certi versi delude, che chi per anni ha dovuto nascondersi e subire le peggiori persecuzioni una volta nominato al governo non si ponga problemi di diritti per tutti. Dalle parole del Ministro Terbil, oltre al condono della sciaria, delle pena di morte e della mancanza di rispetto delle decisioni del Consigli di Sicurezza circa la competenza della giurisdizione da far valere nel caso di Saif Al-Islam e del capo dei servizi segreti Al Sanussi, si evince che la questione dei diritti dei non libici in libia, sia che si tratti di lavoratori che di migranti verso il nord, rischia di rimanere quella che è stata fino a ora, cioè un problema di ordine pubblico e non un problema di rispetto dei diritti umani universali. 

Occorre che l'Italia, in virtù delle relazioni colla Libia, concorra a che questo CNT si impegni a ratificare tutti gli strumenti internazionali dei Diritti Umani e adegui leggi e politiche nazionali di conseguenza.

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