12.22.2011

Perche' i Radicali votanno SI a fiducia

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.

PERDUCA (PD). Signor Presidente, la delegazione radicale nel Gruppo del PD voterà a favore di questa manovra non perché sia la nostra manovra, ma perché sicuramente contiene l'avvio di riforme strutturali, per quanto dolorose E drammatiche perché fatte con almeno tre decenni di ritardo, che ci possono consentire di intraprendere il cammino necessario per aggredire il nostro debito pubblico e, possibilmente, nei prossimi mesi anche arrivare a un pareggio di bilancio.

Molto spesso, specie in queste ultime ore magari per controbattere alcune considerazioni ripetute anche ieri dai banchi della Lega, si sente dire dalle più alte cariche dello Stato che in Italia c'è democrazia e, soprattutto, che c'è una democrazia sana. Ecco, purtroppo così non è, ma non perché questo Governo non è stato eletto dai cittadini (nessuno Governo in Italia purtroppo viene eletto direttamente dai cittadini, siamo una repubblica parlamentare e forse bisognerebbe iniziare a prendere in considerazione le riforme costituzionali e istituzionali in grado i condurci verso un vero presidenzialismo), ma perché in Italia non esiste la certezza del diritto e lo Stato di diritto democratico ormai viene quotidianamente calpestato da quelle istituzioni che dovrebbero essere chiamate a farlo rispettare.

In questo contesto - uno dei motivi con cui abbiamo espresso la fiducia a questo Governo è stato quello di continuare a contribuire con le analisi e le critiche radicali dei radicali relativamente a che cosa è l'Italia oggi, cioè un regime partitocratico antidemocratico, noi riteniamo che se non si affronta la questione della certezza del diritto tutte le riforme necessarie che dovranno essere portate avanti nei prossimi mesi sicuramente non porteranno a casa gli obiettivi che ci si prefigge. Possiamo parlare di liberalizzazione e anche di internazionalizzazione delle nostre imprese o dei settori di mercato, ma sarà difficile trovare qualche imprenditore abituato ad altri tipi di contesti che voglia andare ad investire in uno Stato dove non esiste giustizia civile certa e giustizia penale altrettanto certa. Ieri giustamente - e va dato merito a quanto detto durante il dibattito agli amici e colleghi della Lega - è stato ricordato che si suicidano imprenditori in Italia perché lo Stato non paga miliardi che deve a piccole e medie imprese che hanno a che fare con la pubblica amministrazione.

Lo stesso numero di suicidi riguarda chi oggi in carcere viene tenuto in condizioni disumane, non soltanto dietro le sbarre, ma anche dall'altra parte delle sbarre. Sto parlando degli agenti della polizia penitenziaria. Ecco, se non ci si rende conto che questo è uno Stato non soltanto probabilmente scollato ai massimi vertici dai problemi reali del Paese, ma dal rispetto della legge, dubito che le prossime manovre andranno nella direzione giusta.

Si è parlato anche di totem e tabù. Sarebbe forse meglio iniziare a centrare maggiormente il dibattito e purtroppo i media non ci aiutano. E' chiaro che toccare l'articolo 18 - ed esclusivamente quello - dello statuto dei lavoratori non porterà ad una riforma generale del mercato del lavoro, ma occorre affrontare la questione in dibattiti in Commissione e in Aula perché sicuramente non si può far finta che il problema del costo del lavoro in Italia, ma altrettanto della rappresentanza dei sindacati e di tutti i privilegi che caratterizzano il para-Stato a tutti i livelli nel nostro Paese non debba essere preso in considerazione per il semplice fatto che questo Governo «non ha una legittimità democratica». Ha sicuramente una legittimità parlamentare e su questo occorre sicuramente lavorare.

Altri totem o tabù che forse potremmo iniziare a prendere in considerazione sono relativi alla macchina che deve controllare le entrate fiscali in Italia. Venti anni fa i radicali presentarono un referendum per la smilitarizzazione della Guardia di finanza. Credo che in questi chiari di luna forse si dovrebbe ricominciare a prendere in considerazione questo tipo di proposta e magari anche avviare una unificazione delle Forze di polizia. Si tratta di prendere due piccioni con una fava: da una parte specializzare ulteriormente la qualità del lavoro di questi Corpi e dall'altra andare ad aggredire ancora una volta i costi della burocrazia statuale che li coordinano. Ci sono decine e decine di proposte referendarie che i radicali negli anni hanno proposto e che hanno tutte ripercussioni economiche e quindi sociali di grande rilevanza per il nostro Paese e molto probabilmente anche a livello europeo.
L'attenzione che è stata portata fin dall'inizio dal presidente Monti a ciò che avviene in Europa credo che a questo punto possa far tesoro dall'anno prossimo anche di queste proposte che non mancheremo di continuare a far presenti al Governo in tutti i campi, a partire da quello della giustizia. La ministra Severino ha detto che i provvedimenti adottati settimana scorsa sono un tampone. Siamo tutti d'accordo, sono un tampone; occorre però prendere in considerazione il problema al cuore. È per questo che chiediamo un'amnistia per la Repubblica e non per aiutare chi sta in carcere, che sicuramente potrebbe essere uno dei primi a trarne giovamento. (Applausi dal Gruppo PD).

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