Prima di riattivare il famigerato trattato Italia-Libia occorre rivederne alcune parti, e non solo per marcare la differenza degli interlocutori.
Infatti sia per quanto riguarda gli articoli relativi all'uso della basi militari - fortunatamente ampiamente disattesi nella primavera scorsa - sia per le parti dedicate alla cosiddetta lotta all'immigrazione clandestina che devono essere adeguate agli obblighi internazionale dell'Italia, ivi compresi i vincoli ambientali e le regole della concorrenza.
Inoltre occorre, nello scongelare i beni libici occorre tener presente che in Parlamento giacciono disegni di legge che chiedono una garanzia sovrana dell'Italia nei confronti dei nostri concittadini cacciati da Gheddafi.
Anche corrispondendo a quelle richieste si potrà passare a chiudere, si spera per sempre, una delle pagine più buie della politica mediterranea del dopoguerra. Occorre che il governo Monti faccia tesoro del dibattito che grazie all'opposizione dei Radicali alla Camera e al Senato ha posto una serie di problemi puntuali e non ideologici.
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