11.25.2011

Sulla Siria, occorre imparare la lezione dei Balcani, Assad sempre più come Milosevic. Italia proponga di discutere di sospensione all'Assemblea generale

Il Ministro Terzi ha oggi giustamente affermato dalla Turchia che di fronte alla responsabilità di proteggere la popolazione inerme non si può dar credito al principio di non ingerenza in affari interni di uno stato membro delle Nazioni unite. Occorre però essere conseguenti a queste lodevole affermazione di principio. In queste ore, come ampiamente documentato dalla BBC, è in corso di formazione e addrestramento un vero e proprio esercito per la "Siria libera" ed è ragionevole ipotizzare che quei kalashnikov inizieranno a essere usati se la comunità internazionale continuerà colle sua inefficace azione nei confronti delle brutali repressioni del regime di Assad.

Dopo la sospensione del Sud Africa nel 1974, nel settembre del 1992, quando ormai nella ex Jugoslavia si stavano infiammando sempre più fronti interni, mentre si definivano le norme dello statuto del Tribunale penale ad hoc per i crimini commessi colà, si sospendeva Belgrado dal suo seggio all'Assemblea generale.

Quelle misure non furono sufficienti a salvare la vita di migliaia di persone perché la necessaria coesione internazionale non esisteva; oggi, coll'esempio dato dalla risolutezza colla quale la Lega Araba sta agendo nei confronti di Damasco, prima colla sospensione e poi coll'ultimatum per l'invio degli osservatori internazionali, le condizioni potrebbero essere diverse, occorre però che se ne inizi a discutere al Palazzo di Vetro per doversi poi trovare di fronte a una guerra civile.

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