8.31.2011

L'Italia non blocchi sanzioni alla Siria per egoistico tornaconto "economico" dei soliti noti


Per salvare gli interessi economici dei soliti noti, l'Italia sta bloccando il consenso europeo perché vengano ampliate e applicate immediatamente nuove sanzioni alla Siria in modo da bloccare la maggiore fonte di entrata per un regime che si continua a macchiare delle peggiori violazioni di diritti umani e di diritto umanitario internazionale. Non sarebbe la prima volta che l'Italia si mette di traverso a Bruxelles e, purtroppo, non sarebbe la prima volta che si perde l'occasione propizia per trovarsi dalla parte degli oppressi. Occorre che venga mantenuta invece la linea di fermezza espressa dal Ministro Frattini all'inizio di agosto col ritiro del nostro ambasciatore da Damasco ne va di quel residuo di reputazione che il nostro paese potrebbe avere in tutto il Medio Oriente all'indomani di comportamenti tenuti col Gheddafi. Per questi motivi colla senatrice Poretti abbiamo presentato oggi un'interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro degli esteri.


Interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri


Dei Senatori


Perduca Poretti


Premesso che:


a seguito dell'intervento in Libia l'Italia si è trovata a dover supplire l'acquisto di petrolio da altri paesi rivolgendosi in particolare alla Siria dalla quale, secondo alcuni recenti articoli della stampa internazionale, acquisterebbe intorno al 30% delle esportazioni;


Che anche la Siria è al centro di una serie di manifestazioni di piazza che vedono coinvolti con metodi pacifici centinaia di migliaia di persone che chiedono di poter godere dei propri diritti umani e di poter scegliere i propri governanti secondo un metodo democratico;


Considerato che:


per manifestare la propria formale contrarietà alla brutale repressione del regime di Assad il 2 agosto scorso l'Italia ha per prima coraggiosamente ritirato il proprio ambasciatore a Damasco;


considerato che il 30 agosto gli USA hanno deciso di rafforzare le proprie sanzioni nei confronti del regime siriano allargandole anche ad altri alti rappresentanti della leadership e che tale decisione ha imposto ai paesi europei altrettante decisioni;


il 95% del petrolio siriano viene comprato da paesi europei;


che alla riunione di alto profilo del 31 agosto dei Ministri degli esteri in Polonia l'Italia si sarebbe opposta all'immediata entrata in vigore delle sanzioni ritenendo la fine di novembre come una data più appropriata per salvaguardare i contratti esistenti tra compagnie italiane e le controparti siriane Syria Petroleum Corporation e Sytrol;


secondo le ultime stime di varie organizzazioni siriane dei diritti umani le vittime delle repressione del regime sarebbero ormai salite oltre le 3000 e che, malgrado l'unanime denuncia internazionale della violenza di Stato, Assad non intende affrontare in necessari cambiamenti di rotta per avviare un cammino sinceramente riformatore per il suo Paese;


si chiede di sapere:


a quanto ammonti il deficit energetico colla Siria;


a quanto ammonterebbero le perdite per le imprese italiane qualora dovessero essere imposte sanzioni che entrassero in effetto all'inizio di settembre piuttosto che alla fine di novembre;


se il Governo non ritenga un prezzo troppo alto da pagare il rinviare fino alla fine dell'anno l'efficacia di una misura che, oltre che economica, è anche altamente politica di isolamento di un regime sanguinario che, secondo le maggiori organizzazioni internazionali, si sarebbe macchiato di crimini contro l'umanità;














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