8.05.2011

Libia: Perduca (Radicali) l'inchiesta invocata da Frattini smentisce una volta per tutte pretese della Lega. Fondamentale aggiornare mandato NATO


E' molto opportuna la decisione del ministro Frattini di aver dato istruzioni al Rappresentante permanente italiano presso la Nato affinché venga aperta un'inchiesta formale per l'accertamento della dinamica di quanto accaduto nelle scorse ore relativamente alle presunte omissioni di soccorso di alcune imbarcazioni cariche di migranti da parte della Nato. Putroppo non si tratterebbe della prima volta che voci del genere abbiano circondato alcune delle attività, o non attività, della flottiglia dell'Alleanza nei mari prospicenti la Libia.

Ma ancora molto più importante è l'aver chiesto all'ambasciatore Sessa di sollecitare una discussione all'interno della NATO circa un eventuale adeguamento del mandato della missione di salvaguardia delle popolazioni civili in Libia affinché vengano opportunamente considerate la tutela e soccorso anche di coloro che per cause belliche sono costretti a fuggire su barconi mettendo a rischio la propria incolumità, poiché sarebbe uno sconfessamento dell'ordine del giorno fatto approvare dalla Lega in occasione del recepimento della direttiva rimpatri che chiedeva al governo di esigere dagli alleati una serie di azioni di prevenzione degli sbarchi. Mi permetto poi di ricordare al Ministro che quanto al centro dell'ordine del giorno dei Senatori Radicali circa le altre politiche sulla libia potrebe costituire un'ulteriore base sulla quale eventualmente chiedere all'Alleanza un ripensamento in corso d'opera del mandato delle risoluzioni 1970 e 1973 anche per gettare le basi per la Libia libera.


Testo dell'odg G2.101 (testo 2) PERDUCA, PORETTI, DI GIOVAN PAOLO


Non posto in votazione (*)


Il Senato della Repubblica,


in sede di esame della conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria,


premesso che:


nelle summenzionate risoluzioni 1970 e 1973 adottate rispettivamente il 26 febbraio e 17 marzo 2011 si stabiliscono gli obiettivi delle attività anche militari per impedire il sorvolo dello spazio aereo libico da parte dei velivoli del regime del colonnello Gheddafi nonché per la difesa della popolazione civile;


il 26 giugno i giudici della Corte penale internazionale hanno accolto la richiesta di emissione di un mandato di cattura per il colonnello libico Muammar Gheddafi, per suo figlio Saif al-Islam Gheddafi e per il capo dei servizi segreti Abdallah al Sanussi, sospettati di crimini contro l'umanità, tra cui omicidio e persecuzione;


considerato che:


tutti gli stati membri delle Nazioni Unite sono obbligati a negare un riparo sicuro a chi è accusato di crimini di diritto internazionale;


tutti gli stati membri che hanno votato a favore delle risoluzioni hanno già espresso la propria volontà di collaborare con l'ufficio del Procuratore generale della CPI perché al mandato di cattura possa esser dato seguito fattivo;


ogni ricerca di compromesso politico o mediazione diplomatica non può avvenire al di fuori del quadro summenzionato, a meno che il Consiglio di Sicurezza non decida di bloccare quanto messo in moto dal Procuratore della Corte;


dopo oltre quattro mesi di uso della forza da parte di una coalizione di paesi che comprende molti membri della Nato nonché altri paesi arabi, continuano a giungere notizie relative alla mancata sicurezza delle popolazioni civili che, dopo un'iniziale slancio di rivolta generalizzata, sembrano essersi divise tra chi si oppone al regime di Gheddafi e chi invece ancora lo sostiene;


non sono stati messi in atto sforzi di cosiddetta diplomazia pubblica tesi a vincere le menti e i cuori di tutta la popolazione libica attraverso sia l'uso delle più rudimentali tecniche di controinformazione come i volantinaggi dal cielo piuttosto che messaggi radio quotidiani, che delle più sofisticate tecnologie di informazione - da operazioni di radar jamming al denial of service attack, a vere e proprie invasioni nei canali televisivi controllati dal regime di Gheddafi, che ancora oggi trasmettono messaggi di propaganda anti-occidentali;


grazie all'azione del Gruppo di Contatto sono stati compiuti passi decisivi in vista dell'interruzione delle trasmissioni propagandistiche della televisione di stato libica, sotto controllo di Gheddafi, nel mondo arabo, in particolare per quanto riguarda le reti satellitari Eutelsat, Arabsat e Nilesat;


considerato il 4 aprile 2001 l'Italia ha riconosciuto il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi (CNT) come unico interlocutore legittimo e rappresentante del popolo libico;


il 7 luglio 2011 la Tunisia ha aderito senza riserve allo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale portandone quindi la giurisdizione al confine con la Libia;


il 13 luglio, in occasione di un'informativa resa alle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato, il ministro Frattini ha annunciato che verranno aperte linee di credito nei confronti del CNT utilizzando come garanzia i beni del regime libico nel frattempo congelati in virtù delle sanzioni internazionali imposte all'indomani dell'adozione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza;


il 14 luglio 201l, secondo quanto comunicato in un'intervista pubblicata dal quotidiano russo Izvestia dall'emissario del Cremlino per la Libia Mikhail Marguelov, il regime del colonnello Muammar Gheddafi avrebbe pronto un «piano suicida» per Tripoli che consiste nel far saltare in aria la capitale libica in caso d'attacco da parte dei ribelli. Secondo Marguelov, non smentito, il primo ministro libico avrebbe affermato che «se i ribelli prendono la città, noi la copriremo di missili e la faremo saltare». Affermazione che riecheggia i proclami suicidi hitleriani e che troverebbe una plausibile attuazione da parte di Marguelov che nella stessa intervista si dice convinto che «che il regime di Gheddafi abbia un piano di questo tipo», aggiunge «, mettendo in dubbio l'ipotesi secondo cui il regime libico sarebbe a corto di munizioni»;


il 15 luglio il gruppo di contatto sulla Libia ha riconosciuto il CNT come rappresentante legittimo della Libia e quindi come interlocutore formale per i contatti relativi al presente e futuro di quel paese. Tale decisione non è stata condivisa dalla Federazione russa;


considerato inoltre che:


il 1º agosto inizierà il Ramadan;


nel 2007 il Parlamento europeo ha adottato il suo rapporto annuale sui diritti umani, redatto dall'eurodeputato Marco Cappato, che considerava «la nonviolenza gandhiana lo strumento più adeguato per il pieno godimento, l'affermazione, la promozione, il rispetto dei diritti fondamentali» e chiedendo che la sua diffusione divenisse «obiettivo prioritario nella politica di promozione dei diritti umani per l'Unione europea»;


altrove nel cosiddetto mondo arabo le tecniche nonviolente, frutto anche dell'interazione di alcuni dei partecipanti con organizzazioni o gruppi che per anni hanno promosso la nonviolenza come «arma» contro la dittatura e la tirannide, hanno portato a un cessate il fuoco capace di spostare sul piano politico il confronto fra le diverse fazioni coinvolte nello scontro per la ricerca di riforme radicali in paesi che vivevano sotto regimi autoritari,


impegna il Governo:


di concerto con gli altri stati membri delle Nazioni unite che stanno partecipando attivamente al perseguimento degli obiettivi fissati dalle risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di sicurezza nonché coi membri del Gruppo di Contatto sulla Libia, affinché in via prioritaria da parte della NATO, vengano rafforzate le iniziative di cosiddetta diplomazia pubblica volte a vincere le menti e i cuori di tutta la popolazione libica sia attraverso l'uso delle più rudimentali tecniche di contro-informazione sulla natura e le presunte intenzioni del regime, quali i volantinaggi dal cielo e i messaggi radio quotidiani, sia delle più sofisticate tecnologie di informazione da operazioni di radar jamming al denial of service attack, che di disturbo e oscuramento dei canali televisivi controllati dal regime di Gheddafi che ancora oggi trasmettono messaggi di propaganda anti-occidentali;


di concerto con gli stati membri dell'Unione europea, a dare immediato seguito alle raccomandazioni del rapporto sui diritti umani del 2007 privilegiando nei rapporti bilaterali i gruppi che perseguono i propri obiettivi con metodi nonviolenti contribuendo al contempo a diffondere informazioni presso i cittadini libici circa i crimini commessi negli anni e recentemente dal regime di Gheddafi, i capi di imputazione preparati dal Procuratore generale della Corte Penale Internazionale, l'esistenza di un mandato di cattura per crimini contro l'umanità spiccato nei suoi confronti e quelli del figlio Saif Al Islam e Abdallah al Sanussi, le intenzioni suicide della leadership lealista nei confronti della città di Tripoli, nonché gli obblighi internazionali che derivano per tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a seguito delle delibere del Consiglio di sicurezza;


a ottenere dal Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, assicurazioni circa la volontà di mantenere fede all'impegno di agire nel pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e a valutare la possibilità di procedere alla ratifica dei principali strumenti internazionali in materia; a tenere costantemente informato il Parlamento relativamente agli sviluppi circa la natura e le intenzioni del CNT per la nuova Libia;


a comunicare nelle modalità ritenute più opportune ai paesi alleati e ai membri del Gruppo di Contatto quanto articolato negli impegni assunti.


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(*) Accolto dal Governo

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