5.12.2011

sulla Libia il Governo mantenga gli impegni assunti in Parlamento su assistenza Profughi e avvii dialogo con partner Ue per armonizzazione leggi sull'asilo

La drammatica denuncia della dottoressa Boldrini dell'Alto Commissario Onu pei rifugiati di oltre 740mila profughi dalla Libia verso i paesi vicini o in minimissima parte l'Italia non può avere come unica risposta la solita accusa alle lentezze o i presunti disinteressi dell'Unione europea. 

Già a marzo il Ministro Frattini, a seguito del primo dibattito sulla Libia aveva fatto propri gli impegni che la risoluzione della delegazione Radicale in Senato aveva elaborato e cioè a continuare la propria opera in soccorso delle persone che fuggono dalla Libia verso i paesi vicini sia attraverso azioni dirette, sia sostenendo gli sforzi delle varie agenzie internazionali presenti: dall'Alto Commissario per i diritti umani, il Fondo Mondiale per l'Alimentazione e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni; e a mettere in atto tutte le misure necessarie al fine di fornire assistenza a tutti coloro che fuggono via mare verso l'Italia coordinando coi partner europei eventuali distribuzioni straordinarie anche in altri Stati membri dell'Unione europea in deroga alla Convenzione di Dublino del 1990.

Più volte Frattini ha ripetuto che l'Italia è stata la prima a correre in soccorso dei profughi in Tunisia ed Egitto, oggi, piuttosto che denunciare il trattato di Schengen, occorre mettere i partner europei intorno a un tavolo e avviare un'armonizzazione delle legislazioni sull'asilo che tenga di conto dei più alti standardi del diritto internazionale oltre che della necessità di salvare vite umane anche temporaneamente.

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