È certo che senza la partecipazione al limite dello sfruttamento-professionale della polizia penitenziaria, ormai cronicamente sotto-organico, la situazione sarebbe già esplosa da tempo, ma che il Ministro della giustizia esalti la gestione del sistema carcerario italiano affermando che esso funziona anche perché non son stati-adottati atti di "clemenza" nei confronti dei detenuti conferma il totale disinteresse del governo per il patente stato di illegalità-costituzionale in cui versa la nostra amministrazione della giustizia.
Degli oltre 67mila carcerati, ristretti in strutture spesso fatiscenti e che ne potrebbe contenere a norma di legge 30mila in meno, un buon 40% è in attesa di giudizio definitivo e le statistiche dicono che di-questi quasi un 30% alla fine verrà trovato innocente!
Altro che funzionare meglio il sistema repressivo, queste sono politiche da stato di polizia! Allo stesso tempo il Ministro ha omesso di ricordare anche la drammatica carenza dei direttori delle carcere (nella sola Toscana ne mancano sette su 17) e il silenzio col quale vengono-corrisposte le richieste di rinnovo di contratto oltre che della necessità di bandire concorsi per le nuove necessarie assunzioni.
La prima amnistia necessaria sarebbe per certe dichiarazioni impunite...
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