3.01.2011

La repressione contro oppositori sconsigli legittimazione diplomazia parlamentare italiana con Teheran. Sarebbe pessimo segnale per chi rischia la vita in piazza

Quanto sta accadendo in queste ore in Iran, oltre che continuare a non sorprendere, conferma la qualità di quel regime, un regime col quale è impossibile avere alcun tipo di confronto o dialogo che verta sul necessario rispetto degli standard universali dei diritti umani. Lo voglio ricordare in particolare ai 10 parlamentari italiani membri di un comitato interno all'Unione InterParlamentare presieduto dal Senatore Enzo Bianco che presto vorrebbero, o dovrebbero, recarsi a Teheran in una missione di cosiddetta diplomazia parlamentare. 

Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di ascoltare a Roma il Presidente della Commissione affari esteri del Majlis iraniano Alaeddin Boroujerdi che ci ha venduto la solita propaganda di regime denunciando sfacciatamente il condono da parte dell'Occidente di doppie morali in materia di diritti umani. Ecco se queste sono le premesse, occorre evitare di correre in soccorso a chi giustifica il regime iraniano nella sua quotidiana opera di silenziamento delle voci, anche di quelle moderate come Moussavi e Karroubi, di dissenso. Legittimare questi signori col dialogo parlamentare è il peggiore segnale da lanciare a chi scende in piazza rischiando la vita per la propria libertà.

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