2.22.2011

La gara a scaricare responsabilità storiche vicinanza con Gheddafi mostra volto del regime partitocratico. Perseguire crimini contro l'umanità di Gheddafi

Da quando l'eccidio libico ha fatto il giro del mondo grazie alle immagini di fortuna ritrasmesse dalla rete, in Italia si è avviato il solito scaricabarile tipico della fine dei regimi: D'Alema, Sacconi, Cicchitto si rincorrono nell'imputare ad altri gli errori o le scelte sbagliate. C'è poi anche il salvatore della Patria Casini che prima si incensa come unico oppositore del trattato Italia-Libia cancellando il ruolo dei Radicali in tutta la vicenda dall'estate del 2008 e subito dopo invita all'unità nazionale per affrontare la crisi proponendo la solita politica dei due forni.

Oggi, fortunatamente, si tiene una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dove si spera che gli Stati uniti di Obama corrano in soccorso della legalità internazionale: la pace e la riconciliazione libica non sono possibili fino a quando ci saranno Gheddafi e la sua cricca al potere. Occorre fare tesoro dei fallimenti di Dayton, non si possono mettere intorno al tavolo della pace vittime e carnefici. La comunità internazionale si è data gli strumenti per perseguire i crimini contro l'umanità e Gheddafi da giorni è intento in un democidio contro il quale occorre anteporre la ricerca della giustizia agli interessi economici. Immediatamente dopo occorre però inchiodare alle loro responsabilità politiche degli oligarchi partitocratici nostrani che ci hanno legato mani e piedi a un regime dittatoriale in termini di approvigionamento energetico.

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