1.26.2011

E' stato creato l'Ordine della Stella della solidarietà italiana

Discussione e approvazione del disegno di legge:


(2384) Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 9 marzo 1948, n. 812, recante nuove norme relative all'Ordine della Stella della solidarietà italiana (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 10,12)
 
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.







È iscritto a parlare il senatore Perduca. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signora Presidente, noi abbiamo iniziato il 2011 con poche ore, si potrebbe dire minuti, di lavoro d'Aula e di Commissione; molto probabilmente perché la politica italiana è distratta da altre cose che poco hanno a che fare con l'interesse dei cittadini, ma anche perché troppo spesso, sia all'inizio della legislatura che con il passare del tempo, vengono presentati disegni di legge che hanno merito e che interessano milioni di italiani ma che - magari proprio per questo - vengono accantonati o addirittura boicottati: sicuramente infatti avviano lentamente il proprio procedimento in sede di Commissione, e lì si bloccano. Più avanti farò un esempio su tutti delle leggi che in questi mesi abbiamo depositato: la delegazione radicale del Partito Democratico, tanto alla Camera quanto al Senato, ha presentato decine e decine di progetti di legge e di disegni di legge che possono interessare milioni di persone, ma che invece giacciono nei cassetti delle Commissioni senza neanche avere ricevuto un parere generale relativamente ai temi di discussione degli stessi.
Oggi ci troviamo a discutere, come primo o comunque tra i primi provvedimenti dell'anno, dell'adozione delle modifiche e integrazioni ad un decreto legislativo del 1948, recante nuove norme relative all'Ordine della Stella della solidarietà italiana. Ebbene, le onorificenze e le benemerenze forse appartengono, anche dal punto di vista lessicale, agli anni in cui furono adottati, cioè immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale. Oggi, nel 2011, il fatto di trovarci addirittura in Aula ad occupare del tempo per discutere di modifiche ad un Ordine credo debba dare da pensare, sia nel metodo, perché, ripeto, nelle poche ore di lavoro del nostro Senato si dà priorità a questo tipo di provvedimenti, sia nel merito. Perché?
All'articolo 1, comma 1, si dice che è «istituito l'Ordine della Stella d'Italia quale attestato in favore di tutti coloro che, italiani o stranieri, hanno acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e collaborazione tra l'Italia e gli altri Paesi e nella promozione di legami con l'Italia». Immagino che ciò possa essere considerato una sorta di logica evoluzione di quanto in Italia è avvenuto due anni e mezzo fa; sicuramente tutti voi, quanto meno la grande maggioranza dei senatori presenti in Aula oggi, avrà votato a favore del Trattato di amicizia Italia-Libia. Sicuramente chi, a partire dall'inizio degli anni Novanta - e non c'è stata differenziazione da parte di nessun Governo, ahinoi, negli ultimi 15 anni - si è prodotto per avvicinare e consolidare i rapporti tra Italia e Libia sarà un degno candidato per ricevere questa Stella che in qualche modo riconosce le benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e collaborazione tra l'Italia e altri Paesi. Non ci si pone minimamente il problema del tipo di rapporti che il nostro Paese andrà a intrattenere o ha intrattenuto con questo tipo di Paesi, né tanto meno se il problema sia quello di acquisire una ulteriore amicizia di un Governo piuttosto che di chiedersi come i cittadini di quel Governo vivano.
La Libia mi pare, tranne che nelle aule parlamentari in Italia, un caso di scuola di violazione sistematica quotidiana dei fondamentali diritti umani.
Posso fare un caso magari meno eclatante, ma che in queste ultime due settimane ha occupato, finalmente, la stampa italiana (la peggiore, ripeto, in tutto il panorama democratico) ed è quello della Tunisia. Per 25 anni il nostro Governo ha sviluppato ottimi rapporti con il regime di Ben Ali e quindi tutti, dal 1983 ad oggi, i Presidenti del Consiglio, i Ministri degli esteri ed anche le delegazioni parlamentari di amicizia, perché se ne sono susseguite negli anni, che hanno rafforzato i rapporti con la Tunisia saranno, giustamente, secondo questo disegno di legge, ottimi candidati per ricevere l'Ordine della Stella.
Ebbene, che cosa è successo in Tunisia lo stiamo scoprendo adesso: 25 anni di regime, magari non sanguinario e violento come quello di Gheddafi, ma altrettanto liberticida e distruttore della minima possibilità di espressione di dissenso civile, politico, sociale e, in ultima istanza, anche economico.
Vogliamo fare un altro esempio? Facciamolo: la Bielorussia. Si sono tenute a metà dicembre elezioni in cui, da una parte, era stato proibito ad una decina di candidati di partecipare alle elezioni, dall'altra, quando questi comunque, accondiscendendo alle prepotenze del dittatore Lukashenko, sono riusciti a partecipare, il giorno delle elezioni o all'indomani delle elezioni, quando sono state tenute manifestazioni di piazza, sei dei più noti sono stati incarcerati e con loro i giovani che li sostenevano, e a oggi non se ne ha notizia. Che cosa è successo una settimana dopo queste elezioni? Che il Ministro degli esteri della Bielorussia è venuto a Roma ed è stato ricevuto dal ministro Frattini come si confà ad un omologo, ma non è stata spesa una parola che fosse una per i candidati alternativi alla Presidenza della Repubblica che erano stati incarcerati senza motivo. Infatti, le manifestazioni che erano state organizzate, ad una temperatura di 20 gradi centigradi sotto zero, a Minsk erano tutte pacifiche e non violente e chiedevano la verifica ulteriore delle elezioni, che la comunità internazionale, colà presente, aveva dichiarato essere illegali e sicuramente non trasparenti. Non è stata spesa una parola.
Vogliamo fare un altro esempio? Facciamo un altro esempio: la Corea del Nord. L'Italia da almeno 15 anni ha sviluppato un rapporto privilegiato nei confronti della Corea del Nord, tant'è vero che il penultimo ambasciatore italiano che si trovava a P'yŏngyang c'è stato ben nove anni. Ora, possibile che in nove anni qualcuno non si sia reso conto che si trattava un regime da gulag veri e propri? Dubito che questo possa essere il caso, visto e considerato che in questi nove anni non soltanto non si è mai avuto un documento che in qualche modo ponesse il dubbio - mettiamola così - che in effetti il regime della famiglia di Kim Il Sung fosse quella terribile dittatura comunista - attenzione! - di estrazione tra il sovietico e il marxista-leninista, con delle sfumature confuciane, che era. Non si è saputo nulla, né tanto meno si è ipotizzata la possibilità di far comportare la nostra rappresentanza diplomatica in Corea del Nord in maniera differente.


Vogliamo fare un altro esempio, e con questo concludo? La Birmania. L'Italia non solo, anche lì, è rimasta sempre presente e non è mai riuscita a spendere una parola di critica nei confronti della giunta militare che all'inizio degli anni Novanta ha cancellato le elezioni, democraticamente tenute e riconosciute dalla comunità internazionale, che fecero vincere Aung San Suu Kyi per la libertà della quale tutti poi si sono stracciati le vesti, in particolare da quando ha vinto il premio Nobel. Non si è sentita una parola, né si è mai intrapresa un'iniziativa, stellare per l'appunto, per interrompere i rapporti commerciali e diplomatici nei confronti della Birmania - che ha addirittura cambiato nome, nel silenzio di tutti, chiamandosi oggi Myanmar e pochi se lo ricordano, fortunatamente -, ma si è mantenuta costante l'amicizia con questo Governo e mi immagino che chi, da una parte, l'ha favorita e, dall'altra, non l'ha impedita oggi sia un ulteriore candidato per tenere sul petto la Stella dell'Ordine che vogliamo modificare.
Sono state elencate in maniera molto veloce, nel nuovo articolo 3 del decreto legislativo n. 812 del 1948, al comma 1, le cinque categorie che faranno parte di questo ordine. Le prime quattro non ci interessano, ma andiamo a vedere l'ultima, perché in effetti è quella che potrebbe per certi versi trovare delle giustificazioni: «È istituita inoltre una classe speciale, che conferisce il titolo di gran croce d'onore, per i conferimenti destinati a coloro che hanno perso la vita o subito gravi menomazioni fisiche nello svolgimento di attività di alto valore umanitario all'estero».

Sono tre anni che il Ministero della difesa subisce dei tagli orizzontali; sono tre anni che si continua, allo stesso tempo, a rafforzare la nostra presenza sui teatri internazionali, sia che si tratti di missioni delle Nazioni Unite, sia che si tratti di missioni dell'Unione europea. Oggi che cosa si fa? Si decide di dare ex post una stelletta alle famiglie che hanno perso figli in un luogo dove, magari, si sarebbe dovuto garantire una presenza meglio attrezzata, organizzata e politicamente molto più radicalmente motivata. Queste famiglie si trovano ad avere una sorta di contentino a seguito della perdita di un proprio caro.
Poi c'è il nuovo articolo 3, comma 2, del citato decreto, introdotto dal disegno di legge in esame, ove si dice che tutto questo viene deciso oggi, ma aspettiamo che ci faccia sapere il Ministero dell'economia se ci saranno i soldi per poterlo fare. (Brusìo. Richiami della Presidente).
Signora Presidente, credo di avere addirittura venti minuti in dibattito generale, quando non ci sono i tempi contingentati. Mi avvio a concludere.
PRESIDENTE. Il mio richiamo era dovuto al brusìo in Aula.
PERDUCA (PD). Quindi, su intimazione della Presidente, vi raccomando il silenzio. Stiamo dando grande privilegio e velocità all'adozione di disegni di legge totalmente inutili, che non fanno tesoro dei principi della nostra Costituzione, né tantomeno dell'obbligo che l'Italia dovrebbe rispettare di proteggere e promuovere i diritti umani nel mondo, perché qui si parla soltanto di amicizia tra i governi e un terzo dei governi nel pianeta non è a legittimazione democratica: quindi, quanti più amici tra i peggiori mi faccio, quante più stellette d'onore (o comunque si vada a chiamare questo nuovo ordine) posso mettere alla mia giacchetta.
Noi diamo grande importanza all'adozione di questo tipo di provvedimenti, lasciando da parte disegni di legge che sono molto più urgenti. Non voglio fare della facile ironia relativamente al disegno di legge in materia di legalizzazione della prostituzione, perché, in caso di votazione a scrutinio segreto, qui vi sarebbe sicuramente un'approvazione unanime, visto e considerato quello che succede. Infatti, non si tratta di mercificazione del corpo, ma soltanto di uno scambio: io do delle prestazioni, in questo caso sessuali, vengo pagato e il problema si dovrebbe risolvere. Mi rivolgo in particolare ai senatori della maggioranza: se affrontassero una volta per tutte alla radice il problema, magari oggi si starebbe parlando di altro.
La questione che vorrei sottolineare è relativa al primo disegno di legge che, io e la senatrice Poretti, abbiamo presentato in questa legislatura, avente ad oggetto la riduzione dei tempi per il divorzio. La Lega italiana per il divorzio breve (troverete tutti i dati che citerò nel sito www.divorziobreve.org) ci fa sapere che, nel 2008, 1.000 matrimoni sono finiti con 276 separazioni e 178 divorzi, con un aumento del 7 per cento. Attenzione, perché nel caso del disegno di legge in esame si dice che, quanto alla decisione adottata oggi, si deciderà poi un domani come la si potrà organizzare, perché mancano le risorse. Invece, è certo che la legge vigente in materia di divorzio costa allo Stato 842 euro a separazione e 815 euro a divorzio. Per contro, vi sono dei costi per il cittadino: tra i 3.000 e i 13.000 euro dalla separazione al divorzio. Attualmente, i tempi per il divorzio sono più o meno di due anni (il massimo europeo), la durata media di un matrimonio in Italia è ormai diventata di 14 anni, mentre il 20 per cento del totale dei matrimoni entro i primi cinque anni si concludono.

In queste ore è iniziata anche la fase finale del dibattito della discussione del milleproroghe in Commissione bilancio, durante la quale ci è stato detto che non ci sono i soldi. Ci sono decine e decine di disegni di legge che giacciono nelle Commissioni competenti che potrebbero portare un risparmio notevole alle casse dello Stato. Ripeto: 842 euro il costo per ogni separazione e 815 il costo per ogni divorzio. I divorzi sono 178 ogni 1.000 matrimoni (un numero di tutto rispetto). In particolare, questi provvedimenti potrebbero portare dei risparmi alle tasche degli italiani (dai 3.000 ai 13.000 euro, ripeto) in un contesto in cui - come ci ricordava il Ministro della giustizia la settimana scorsa - un processo civile continua a durare intorno ai cinque anni e mezzo.

Credo che il provvedimento relativo all'Ordine della Stella della solidarietà italiana debba diventare stella polare del modo con cui organizziamo i nostri lavori. Invito tutti i senatori, che magari hanno assistito un po' distrattamente all'avvio del dibattito, innanzi tutto ad iscriversi a parlare perché ritengo vi sia la necessità di approfondire altre parti del provvedimento, ma soprattutto a pensare bene cosa stanno votando, sia nel merito che nel metodo. (Applausi dal Gruppo PD).

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