11.29.2010

Interrogazione su campagna omofoba in Uganda

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03852


Atto n. 4-03852

Pubblicato il 14 ottobre 2010
Seduta n. 439

PERDUCA , PORETTI - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

il 2 ottobre 2010 (sabato mattina), il giornale ugandese "Rolling Stone" ha pubblicato nella prima parte di una serie di 4 edizioni le foto di 100 lesbiche ed omosessuali correlati da dati personali, chiedendone l'impiccagione da parte del Governo;
il tabloid ugandese sostiene che gay e lesbiche sono volti a "reclutare" entro il 2012 in un complotto internazionale un milione di bambini sotto i 12 anni, in quanto ritenuti facilmente convertibili all'omosessualità e alla bisessualità;

nell'articolo un anonimo dirigente della chiesa ugandese asserisce che: "Se il Governo non farà un passo coraggioso per l'impiccagione di decine e decine di omosessuali, il vizio continuerà a mangiare la fibra morale e la cultura della nostra grande nazione";

alcuni leader politici e della chiesa ugandese, per anni, hanno sostenuto che ci sia in atto una cospirazione internazionale delle Nazioni Unite e di alcuni Governi occidentali per convertire i giovani ugandesi all'omosessualità, con miliardi di dollari che vengono incanalati segretamente verso associazioni gay ugandesi;

nell'articolo inoltre si fa riferimento alla metodologia usate per l'indagine che si è servita di vari siti web sia nazionali che internazionali e di facebook per rintracciare, collezionare per poi pubblicare, foto, identità e dati, oltre che di infiltrazioni effettuate anche con l'uso di telecamere nascoste sia in luoghi di ritrovo pubblici che in abitazioni private;

fonti locali riferiscono che una coalizione, formatasi a seguito della pubblicazione dell'articolo, si è recata presso la sede del giornale per consegnare personalmente una lettera al redattore, in cui si chiede un atto pubblico di scuse e di non proseguire nella pubblicazione di ulteriori foto e dati personali come annunciato nell'articolo;
la lettera ha ricevuto risposta negativa da parte del direttore che ha confermato la linea del giornale che prevede come annunciata la pubblicazione di nuove foto e dati personali nei prossimi quattro numeri del suddetto giornale;

l'articolo chiede inoltre l'impiccagione di una minoranza sessuale in Uganda incitando alla violenza contro un gruppo particolare di cittadini, stigmatizzati da una legge che qualifica un determinato comportamento sessuale come reato secondo il diritto ugandese;

la scelta di pubblicare articoli simili a questo non può che essere vista come il tentativo di intimidire non solo le minoranze sessuali, ma anche le autorità responsabili del rispetto del principio dello Stato di diritto e della protezione dei propri cittadini,

si chiede di sapere:

quali iniziative abbia intenzione di adottare il Governo italiano nei confronti di quello ugandese al fine di far tutelare il diritto alla protezione di ogni singolo cittadino ugandese visto che l'Uganda è Paese vincolato al rispetto dei trattati internazionali e al Patto internazionale sui diritti sociali, civili e politici;

se non intenda assumere urgenti iniziative a livello internazionale, per evitare che si continui a pubblicare i nomi e le foto di cittadini ugandesi, cosa considerata incompatibile con il principio di uno Stato di diritto, con il principio della libertà di stampa e con il diritto alla privacy;
se ritenga indispensabile monitorare la situazione delle organizzazioni non governative che lavorano sul territorio ugandese come Healthy Wise in Uganda, RFST (finanziata da attivisti svedesi), Pink Therapy, Maama Cash, HIVOS, Front Line, Amnesty International, Naz International Project, Open Society, Integrity, Spectrum, Ice Breakers, Freedom e Roam (per sole lesbiche), Queer Youth e Frank e Candy, per evitare che venga screditato il loro lavoro e il loro nome.

Risposta all'interrogazione n. 4-03852
 
Fascicolo n.101
Risposta. - Il Governo italiano condivide pienamente le valutazioni espresse dagli interroganti riguardo alla gravità dell’iniziativa del giornate ugandese "Rolling Stone" che ha compiuto un’evidente violazione dei diritti fondamentali della persona.
L'Uganda, essendo Paese firmatario del Patto internazionale sui diritti sociali, civili e politici, è chiamato a rispettare la dignità di ogni singolo individuo. Nel Paese restano tuttavia copiose le violazioni dei diritti umani, aggravate dalla mancanza di sostegno alle vittime degli abusi a causa di lentezze burocratiche e corruzione.

Occorre peraltro tenere presente che nel Paese opera la Commissione per i diritti umani in Uganda (l’UHRC), con il fine di promuovere e tutelare i diritti umani, la quale il 15 ottobre 2010 ha presentato il suo XII rapporto annuale, alla presenza di rappresentanti della società civile e delle organizzazioni operanti nel settore umanitario, del Corpo diplomatico e della stampa. Nel rapporto è stata data attenzione, per la prima volta, alla discriminazione ai danni dell’omosessualità e delle minoranze etniche, In tale occasione, il Presidente dell’UHRC, Med S.K. Kaggwa, ha ringraziato il Governo locale per l’incremento delle risorse finanziarie ed umane previste per il 2011, che permetterà l’ampliamento degli uffici periferici, specie nelle zone più critiche del Paese, e che testimonia la volontà delle autorità locali di rafforzare lo Stato di diritto, manifestando altresì una certa apertura all’autocritica.
Purtuttavia, qualora dovesse esser dato in qualche modo seguito alla campagna omofobica lanciata dal giornale locale "Rolling Stone", sarà necessario valutare da parte nostra l’opportunità di passi, soprattutto a livello europeo, nei confronti del Governo di Kampala.

L’Italia è infatti impegnata, insieme ai partner europei, nel contrastare i fenomeni di intolleranza e di discriminazione fondati sull’orientamento sessuale, anche attraverso l’azione diplomatica alle Nazioni Unite e nei principali fora competenti per la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
In tale ambito, proprio su iniziativa dell’Unione europea, un gruppo di Paesi provenienti da tutti i continenti ha deciso di promuovere un’iniziativa alla 63a UNGA per chiedere la depenalizzazione universale dell’orientamento sessuale. L’iniziativa ha preso la forma di una dichiarazione, sottoscritta da 66 Paesi, pronunciata il 18 dicembre 2008 all'Assemblea generale dell'ONU. L’iniziativa trans-regionale vuole porre la depenalizzazione dell’orientamento sessuale degli individui all’attenzione della comunità internazionale, al fine di sensibilizzare tutti gli Stati sulle violenze subite dalle persone omosessuali, bisessuali e transessuali. Tale reato è, infatti, una violazione flagrante dei diritti fondamentali così come riconosciuti dalle convenzioni delle Nazioni Unite.
Tale dichiarazione si iscrive nel solco di precedenti iniziative sulla medesima questione, come la dichiarazione presentata nel 2006 dalla Norvegia al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, firmata da 54 Stati, tra i quali l’Italia e gli altri Paesi della UE. La tutela dell’orientamento sessuale viene inoltre evocata in numerosi strumenti e dichiarazioni dell’Unione: ad esempio, la Carta di Nizza dei diritti dell’Unione europea e il Trattato di Lisbona impegnano la comunità a contrastare le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale. Allo stesso modo, il Consiglio dell’Unione ha adottato nel 2007 una risoluzione sui seguiti dell'"Anno europeo delle pari opportunità per tutti" in cui si ribadisce l’impegno degli Stati membri nel contrasto di tutte le forme di discriminazione, inclusa quella basata sull’orientamento sessuale. Anche nell’ambito della propria azione esterna a favore dei diritti umani e nei rapporti con i Paesi terzi, l’Unione pone particolare attenzione alle discriminazioni in argomento.

Lo scorso giugno, infine, l’Unione europea si è dotata di un "toolkit" per promuovere e proteggere i diritti delle persone LGBT: lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Si tratta di uno strumento di lavoro, elaborato in consultazione con la società civile, che mira a rafforzare l’azione degli Stati membri, delle delegazioni e delle ambasciate nel mondo a favore delle persone LGBT e che prevede inoltre l’istituzione di una task force incaricata di controllare l’attuazione dello stesso toolkit.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri
SCOTTI
(22 novembre 2010)

3 comments:

Anonymous said...

Nice post. Grazie

Anonymous said...

感谢这个精彩的文章。欣赏你的时间和精力投入到您的博客您提供详尽的资料。

Anonymous said...

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