Al direttore - Purtroppo anche per questo vertice Fao sulla fame nel mondo non verrà posto al centro del dibattito tra stati membri dell`Onu il problema dei. problemi: la questione demografica. Certo molti paesi ricchi, come l`Italia, annualmente diminuiscono il proprio contributo finanziario o non mantengono le premesse fide all`Onu, e di per sé questo va ad aggravare le condizioni drammatiche create, in molti paesi sottosviluppati, dalle pessime politiche promosse negli anni 80 dalla Banca mondiale o dal Fondo monetario internazionale circa le riforme agrarie.
Tuttavia non porsi il problema dell`aumento della domanda di cibo in, connessione alla crescita esponenziale delle bocche da sfamare, e quindi non collegarlo alle pessime condizioni di vita cui centinaia di milioni di donne son costrette dai loro familiari maschi, significa perseverare nella diabolica via dello sterminio per fame di milioni e milioni di bambini - non tutti necessariamente desiderati da chi li mette al mondo.
Marco Pannella, che all`inizio degli anni 80 con efficaci digiuni di mesi, e non ore, pose all`Europa la necessità di aumentare le spese per l`aiuto allo sviluppo in Africa - salvando milioni di vite umane - ormai da anni parla della necessità di un "rientro dolce" dell`umanità a numeri maggiormente e umanamente eco-compatibili.
Emancipazione femminile, libertà di informazione e scelta, rispetto delle bio-diversità son componenti che in parte affiorano nei cosiddetti Obiettivi del Millennio dell`Onu, ma sui quali si pone sempre minore attenzione, anche nella polemica mediatica, di quella dedicata per esempio agli ogm oppure alla supposta necessità di "liberalizzazione" dei mercati agricoli dei paesi poveri. Non che si tratti di una risposta a costo zero, anzi, ma non aprire un dibattito sulla radice del problema, e cioè che "siamo troppi" non ci farà fare alcun passo in avanti verso una ragionevole
soluzione per quella che viene chiamata "emergenza cibo".
Marco Perduca, sen. radicale nel Pd
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