11.26.2009

Su dichiarazioni del senatore Gasparri nella votazione delle mozioni nn. 43 e 44 (testo 2)

Su dichiarazioni del senatore Gasparri nella votazione delle mozioni nn. 43 e 44 (testo 2)

D'AMBROSIO (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'AMBROSIO (PD). Signora Presidente, poichè durante la discussione delle mozioni si è parlato di un pentito, di Abu Omar e del mio collega Armando Spataro come di un magistrato che avrebbe fatto un uso distorto delle deposizioni di un pentito, allora è bene ricordare al capogruppo Gasparri che Abu Omar è stato vittima di un sequestro, che è stato trasportato fuori dall'Italia da agenti dei servizi segreti americani, con la collaborazione di agenti dei servizi segreti italiani, che tutto è stato scoperto attraverso una lunga e faticosa indagine e che Abu Omar non poteva assolutamente aver detto nulla di questo perché si trovava imprigionato in un Paese straniero, dove era stato condotto da chi lo aveva rapito.

Se dobbiamo essere precisi, bisogna dire anche questo.

Vorrei poi richiamare l'attenzione del senatore Gasparri, che forse non ha mai vissuto in luoghi in cui vi è un'alta incidenza della camorra, su quanto può incidere negativamente sulla lotta alla criminalità organizzata quello che è avvenuto oggi al Senato. Oggi, infatti, abbiamo svilito l'immagine della magistratura, delegittimandone l'opera: ciò fa molto male a quei cittadini onesti che abitano in luoghi in cui la camorra la fa da padrona. Vorrei invitare tutti a riflettere su queste cose quando affermiamo che facciamo seriamente la lotta alla camorra. Io adesso vorrei che qualcuno di quelli che sono intervenuti oggi si mettesse nei panni di un cittadino onesto che abita in una zona camorristica, che ripudia la camorra e che viene a trovarsi nelle condizioni di dover denunciare o andare semplicemente a deporre davanti ad un magistrato, quando in quelle zone lo Stato è stato per molto tempo assente, e lo è anche attualmente, e dà queste manifestazioni.

Con queste manifestazioni non si fa la lotta alla camorra, ma la si favorisce! (Applausi dal Gruppo PD).

GASPARRI (PdL). Domando di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPARRI (PdL). Signora Presidente, non credo di dover accettare lezioncine di legalità, a fine seduta, dal senatore D'Ambrosio: le respingo al mittente.

Voglio ricordare che la vicenda di Abu Omar e dintorni ha comportato un processo ad alcune persone che non dovevano essere processate e vi è stata una violazione del segreto di Stato, come accertato anche dalla Corte costituzionale. Quindi, nei confronti dell'allora direttore del SISMI, generale Pollari, il processo non doveva essere neanche fatto, tant'è vero che la sentenza prende atto di tale circostanza.

Noto che il senatore d'Ambrosio si accinge a lasciare l'Aula: può anche andar via, visto che non ha il coraggio di ascoltare la verità, e questo è tipico di chi fugge di fronte alla verità. (Commenti del senatore D'Ambrosio). Potremmo, però, fare una lunga discussione sul modo in cui, grazie a Spataro, sono stati divulgati sui giornali elenchi, nomi e numeri di telefono di agenti dei Servizi italiani ed americani che hanno combattuto il terrorismo fondamentalista nel nostro Paese e in tante parti del mondo.

Al riguardo gli Stati Uniti d'America hanno espresso, sotto differenti Presidenze, stupore e sconcerto; lo hanno fatto anche adesso dopo questa sentenza, anche se l'attuale Presidenza è diversa da quella precedente e, quindi, non si può neanche ipotizzare una particolare consonanza. Il dottor Spataro, però, continua a svolgere un'attività di esternazione non compatibile con il suo altissimo e delicatissimo incarico, abbandonandosi ai comizi politico-televisivi che tutti abbiamo visto, esprimendo valutazioni politiche che non gli competono, nello stile tipico della procura di Milano, di cui anche lei, senatore D'Ambrosio, è stato un esponente che ha interpretato in questo modo il suo ruolo.

Per quanto riguarda la camorra, noi, in quest'Aula - non so come abbia votato lei - abbiamo inasprito le norme dell'articolo 41-bis; abbiamo varato misure severissime per la confisca dei patrimoni delle cosche mafiose e camorriste; abbiamo varato leggi che voi non avete fatto quando siete stati al Governo. Quando vorrà, le racconterò di come il Governo D'Alema, nel 1999, si dimenticò di prorogare le misure previste dall'articolo 41-bis (che allora era una norma a tempo) ed io, deputato alla Camera dei deputati, presentai una proposta di legge, esortato anche dall'allora procuratore Caselli - che è vivo e che cito in un'Aula del Parlamento - il quale mi sottolineò la mancata proroga da parte del Governo D'Alema dell'articolo 41-bis. Vada a vedere gli atti parlamentari, vada a vedere chi è stato il primo firmatario, nella stagione 1998-1999, della legge di proroga dell'articolo 41-bis! Quando, nel 2001, andammo al Governo, rendemmo permanente quella norma, che poi in questa legislatura abbiamo inasprito. Inoltre, abbiamo mandato soldati, oltre che forze dell'ordine, a Caserta ed in tutte quelle zone: assistiamo ad arresti quotidiani.

Respingo, dunque, la sua lezioncina e si vergogni delle sue parole! (Applausi dal Gruppo PdL).

D'AMBROSIO (PD). Non mi vergogno di niente! Si vergogni lei di quello che dice!

PERDUCA (PD). Domando di parlare. (Brusìo. Richiami della Presidente).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di fare silenzio, altrimenti toglierò la seduta.

Prego, senatore Perduca, ha facoltà di parlare.

PERDUCA (PD). Signora Presidente, non si dovrebbe chiudere la seduta prima di questa arringa, dopo che lo stesso senatore Gasparri ci ha fatto una lezione sul garantismo. Vorrei ricordare che il 41-bis, da una parte, e la violazione del diritto internazionale, dall'altra, per andare contro il terrorismo internazionale tutto hanno a che vedere, tranne che con il garantismo!

Se gli argomenti al centro della dichiarazione di voto del senatore Gasparri contro le due mozioni presentate sul caso Cosentino volevano dare prova della grande e piena pratica del garantismo da parte del PdL, tutto viene cancellato in due minuti di replica a fine seduta. (Applausi dal Gruppo PD).

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