8.20.2009

Sull'Afghanistan, dal Foglio di oggi

Al direttore - Ormai dell`Afghanistan si conoscono anche i noni delle viuzze del mercato di Kabul, ma nessuno ha trovato il "tempo" per affrontare il fattore oppio - e approfondirne il ruolo - che da una quindicina di anni in modo strutturale è fonte di longevità dell`insorgenza e dell`impossibilità di promuovere sviluppo umano, e quindi stabilità in quel paese. Tre anni fa, quando l`Afghanistan era maggiormente percorribile, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale stimarono che il 40 per cento dell`economia afghana era legata alla coltivazione
del papavero per un "indotto" che interessava circa il 12 per cento della popolazione.

Un`economia informale resa illegale dal dogma proibizionista, codificato nelle Convenzioni Onu sugli stupefacenti. Ma un`economia che, con un investimento di buon senso e le necessarie modifiche politico-legislative nei paesi, che trainano la domanda di eroina e necessitano di analgesici oppiacei, potrebbe concorrere alla ricostruzione di un paese ormai in guerra permanente da quasi 40 anni.

Emana Bovino e i Radicali da anni propongono una sostanziale revisione di quei meccanismi internazionali che limitano drammaticamente la produzione di oppiacei in virtù della possibilità che il papavero sia raffinato nella mortale eroina piuttosto che nella vitale morfina: quel rischio è una certezza da un secolo, perché insistere con la proibizione?

Possibile che si ritenga ancora praticabile la via. dell`attacco all`offerta di oppio coltivato in un territorio sterminato, con zone spesso irraggiungibili o impraticabili. piuttosto che la riforma radicale delle Convenzioni dell`Onu per trasformare in sostegno a una vita dignitosa e con minori sofferenze ciò che oggi provoca morte? Ne va della credibilità di chi promette libertà e democrazia.

A proposito di quest`ultimo tanto sbandierato binonio, visto che il Foglio è uso a operazioni divulgative di ampio respiro, perché non pubblicare il testo della Costituzione afghana o del codice penale? Potrebbe aiutare i consiglieri dell`ultim`ora, oltre che gli architetti che auspicano riforme di leggi gli architetti del "Regime Change" che continuano a propagandare la"democrazia" far sapere loro che si è lasciato nascere una "Repubblica islamica" proprio come il vicino Iran, una
Repubblica dove, quotidianamente in barba alla laicità dello stato, le oligarchie sunnite han trovato il bilanciamento con quelle sciite, grazie al massiccio impiego dei soldi derivanti dal narcotrafico. Mi pare che ci sia materiale sufficiente per una riflessione post elettorale, chiunque vinca.

Marco Perduca. Senatore radicale nel Pd

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