6.10.2009

Sulla visita del leader libico Gheddafi in Senato

PERDUCA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PERDUCA (PD). Signor Presidente, nella fase conclusiva dei nostri lavori di ieri, era stato avanzato l'auspicio da parte del senatore Divina che si riprendesse in considerazione la decisione della Conferenza dei Capigruppo relativamente alla concessione domani mattina dell'Aula per l'intervento del colonnello Ghedddafi a nome dell'Unione africana. Non è stata data risposta. So che i Gruppi comunque si riuniranno. Ho iniziato un digiuno di dialogo con la Presidenza del Senato affinché si prende in considerazione l'opportunità di dare questo palco - ricordo ancora una volta concesso esclusivamente al re Juan Carlos e Kofi Annan - per far parlare qualcuno che non conosce né pratica la democrazia.
Poi, se si ritiene assolutamente fondamentale concedere quest'Aula, visto e considerato che anche in Conferenza dei Capigruppo non vi è stata l'unanimità, grazie all'opposizione del Gruppo dell'Italia dei Valori, Emma Bonino assente perché in una Conferenza contro la pena di porte nella Repubblica democratica del Congo, almeno, in apertura dei lavori della seduta pomeridiana se ne possa discutere ed arrivare ad un voto.
Perché concedere una'Aula quando non vi è unanimità, soprattutto a chi non conosce, né riconosce, le libertà individuali credo non faccia onore al nostro Senato.
PORETTI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PORETTI (PD). Signor Presidente, anch'io intendo annunciare lo sciopero della fame come forma non di protesta ma di proposta e di dialogo con la Presidenza del Senato. Tengo a sottolineare la situazione imbarazzante che si sta venendo a creare: l'istituzione Senato sconvoca una seduta dell'Aula per ospitare l'intervento del Presidente dell'Unione africana domani mattina. Vorrei avere ulteriori chiarimenti anche dal cerimoniale in merito a chi siederà su questi scranni. È garantita a tutti i senatori la possibilità di partecipare o parteciperà anche qualcuno altro? Vorrei anche sapere se qualcuno si può accreditare e come, visto che domani qui non c'è una seduta dell'Aula e, in teoria, visto che si ospita un intervento esterno, siamo una sorta di sala congressi, di sala dibattiti.
La situazione imbarazzante è che il Senato invita il Presidente dell'Unione africana e una parte di senatori - mi sembra evidente perché è da ieri che ne stiamo discutendo - non gradisce questo tipo di visita e di intervento. La situazione potrebbe degenerare e divenire ancor più imbarazzante se si vedessero questi scranni vuoti, oppure perfino occupati da striscioni o da una forma di contestazione o comunque di assunzione di responsabilità per contrastare evidentemente una presenza in parte non gradita a questi senatori.
PEDICA (IdV). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PEDICA (IdV). Signor Presidente, sempre in riferimento a questa visita del dittatore Gheddafi, ho letto oggi alcune agenzie che sono ancor più raccapriccianti: il rettore dell'università "La Sapienza" Frati ha affermato che la protesta degli studenti non ha significato politico, perché sono "quattro gatti". Ma allora, dato che questi quattro gatti rappresentano appunto la libertà di parola, credo che l'offesa arrecata dal rettore sia un atto gravissimo. C'è da considerare anche il fatto che una persona come Frati, che dice di non essere un talebano, sicuramente non si comporta come talebano ma come dittatore, cioè vuole togliere la parola agli studenti con queste parole gravissime.
Occorre poi considerare che almeno un gesto lo abbiamo già davanti: ilpremier Berlusconi ha inventato la solita scusa per non andare a Ciampino a rivolgere il saluto a Gheddafi. Forse è il primo passo con il quale egli mostra di avere capito che è stato compiuto un errore madornale, che porterà domani, come diceva la collega Poretti, ad un incidente internazionale se verrà qui in questa Aula. Un piccolo inciso. Non abbiamo fatto parlare in questa Aula il Nobel per la pace, il Dalai Lama, e vi facciamo entrare - mi auguro di no - il Nobel del terrorismo Gheddafi.
Questo è l'invito ai nostri parlamentari. Credo sia veramente un autogol che questo PdL poteva risparmiarsi e che sta creando imbarazzo in Italia, cari colleghi, e caro Presidente. È un imbarazzo molto importante e sentito da tutta Italia. Credo che un passo del genere significhi veramente una rottura con i rapporti - se ce ne sono stati, ma credo pochissimi - con questo Governo, il cui dittatore invita un altro dittatore, e questo ancora non glielo permettiamo.

2 comments:

Anonymous said...

GOODBYE RADICALS.

Anonymous said...

..si è cercato di perdonare e riabilitare
Arafat, Saddam Hussein, Sergio D'Elia... ..perché non Gheddafi?